Maurizio Di Gati, già boss di Racalmuto, aveva intrapreso una sorta di percorso di collaborazione durante il processo Alta Mafia, ma come dichiarano gli stessi giudici esso è “meramente iniziale”. Infatti Gatì è stato condannato dalla Cassazione a 5 anni. Sempre la Cassazione ha invece ridotto la condanna al ex deputato regionale Vincenzo Lo Giudice che passa dai 16 anni e 8 mesi di carcere del primo grado, agli 11 anni e 4 mesi dell’appello, ai 10 anni della Cassazionem perchè da quanto è emerso Lo Giudice non ha mai dimostrato “la sussistenza di una coscienza e volontà di far parte di Cosa Nostra per apportarvi anche un minimo contributo”, inoltre non esistono prove certe di affiliazione mafiosa. Si ricorda che nel processo ordinario, così come riporta Canicattìweb erano imputati Salvatore Iacono di Porto Empedocle, ex capo del Genio Civile di Caltanissetta,Salvatore Giambarresi di Riesi, già comandante della Polizia Municipale di Canicattì e, i cittadini di Canicattì Salvatore Failla, ex presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento, e Salvatore Curtopelle, legale rappresentante della cooperativa che avrebbe dovuto gestire i terreni confiscati ai Guarneri. Iacono era stato assolto per prescrizione del reato dalla Corte d’Appello di Palermo e la Cassazione ha confermato la sentenza.
L’annullamento con rinvio invece era stato disposto dai giudici di legittimità per Giambarresi, assolto con prescrizione in secondo grado. Annullate le condanne di Failla e Curtopelle, il primo destinatario di una pena a 4 anni in appello, il secondo assolto per prescrizione del reato decise di andare fino in fondo. In questo caso, per gli “ermellini”, la questione va rimessa al giudice civile competente per valore in grado di appello”.
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