In particolare, secondo la Suprema Corte, non c’e’ la prova che Vallanzasca – negli anni Settanta a capo della Mala milanese, condannato a quattro ergastoli e a duecentosessanta anni di carcere – sia in condizioni di disagio economico. Anzi, gli ‘ermellini’ rilevano che “il disporre di denaro da devolvere all’associazione vittime del dovere (Vallanzasca disse che avrebbe devoluto il ricavato della sua autobiografia ‘Il fiore del male’ alla onlus) se da un lato e’ un comportamento encomiabile, dall’altro dimostra l’esatto contrario della assoluta indigenza, presupponendo infatti un ‘quantum’ in surplus rispetto alle proprie esigenze primarie”.
Fonte Adnkronos