Cassettiere e dintorni

Una delle cose che non finisce mai di sorprendermi da quando lavoro al museo sono i mobili che popolavano le abitazioni del passato e dalla storia della loro trasformazione in quello che ora abbiamo sotto gli occhi nelle nostre case. Come la cassettiera, per esempio. Sì, la cassettiera, il nostro comò, quella cosa che di solito si compra insieme al letto e all’armadio e che va sotto il nome collettivo di ‘camera da letto’ e nei cui cassetti riponiamo le mutande e le maglie di lana. Quella cosa che tutti usiamo e che diamo per scontata. Tanto che non ce ne accorgiamo più. Ce n'è una magnifica nelle gallerie britanniche. È del XVII secolo, in legno di quercia intarsiato in ebano, avorio e madreperla. Ogni volta che ci passo davanti non posso non fermarmi a guardarla (anche solo per controllare che le maniglie ci siano ancora tutte...). Non solo: è uno dei primi esempi conosciuti di cassettiere. Trovo che sia un’invenzione straordinaria. Che insomma, pensiamoci: prima non esisteva. Prima c’erano le cassapanche. E se si volevano raggiungere le cose che stavano sotto bisognava togliere tutto quello che stava sopra. Poi un giorno del 1653 (o dintorni) qualcuno ha deciso che era sciocco fare tutta questa trafila per raggiungere la camicia da notte e ha deciso di creare i cassetti. E l’ha fatto molto tempo prima dell’Ikea. Geniale, no?