Cassini si tuffa nei laghi di Titano

Creato il 24 ottobre 2013 da Media Inaf

I nuovi scatti della sonda rivelano nuove caratteristiche sul ciclo di idrocarburi presente sul satellite di Saturno. I laghi di metano liquido ed etano scarseggiano al polo Sud mentre abbondano al polo Nord. Si tratta di una porzione di terreno più chiara e luminosa mai osservata prima dagli strumenti, perché oscurati da una densa foschia.

di Eleonora Ferroni 24/10/2013 16:37

Crediti: NASA/JPL-Caltech/SSI

Ecco i nuovi scatti provenienti dalla sonda NASA/ESA/ASI Cassini, che, sorvolando il satellite di Saturno Titano, ha osservato i laghi e i mari sulla sua superficie. È stata una combinazione fortunata di eventi a portare a queste rare e straordinarie immagini: il tempo eccezionalmente buono, il Sole sopra al polo Nord della luna e un percorso orbitale che ha messo la sonda nella migliore posizione possibile. Dalle immagini è possibile notare i mari e laghi di metano liquido ed etano proprio in cima alla luna (al polo Sud i radar non hanno rilevato grandi formazioni di idrocarburi allo stato liquido).

I nuovi dati raccolti dalla sonda sono importanti per i ricercatori, soprattutto nell’ambito dello studio della formazione dei laghi e del ciclo “idrologico” di Titano, simile a quello della Terra (con l’unica eccezione che non si parla di acqua bensì di idrocarburi). Gli scienziati li hanno studiati con il radar della sonda Cassini, capace di penetrare la densa atmosfera, ma finora, lo spettrometro di mappatura visiva ed infrarossa VIMS e le fotocamere di bordo avevano potuto riprendere solo viste oblique e lontane.

Le ultime immagini raccolte sono il frutto di due recenti flyby fortunati. La luce del Sole ha iniziato a insidiarsi nel buio invernale che avvolgeva il polo nord di Titano all’arrivo di Cassini nel sistema di Saturno nove anni fa. Con l’arrivo dell’estate nell’emisfero settentrionale è sparita anche una densa cappa di “nebbia” che bloccava la visuale di Cassini.  I laghi di Titano hanno forme molto particolari, sagome arrotondate e fianchi ripidi. Diverse sono le teorie proposte dagli scienziati per la loro formazione: tra queste, il processo potrebbe essere simili a quelli di tipo carsico che avvengono sulla Terra.

I mosaici ottenuti sono composti con le immagini in infrarosso dei flyby del 10 e del 26 luglio (T-92 e T-93) e del 12 settembre (T-94). Il collage a colori in apertura si basa sulle differenze cromatiche rilevate dallo spettrometro VIMS nel vicino infrarosso e mostra le variazioni nella composizione del materiale intorno ai laghi ed ai mari. Dalle osservazioni si evince che i mari sono evaporati lasciando alle spalle l’equivalente delle saline che troviamo sulla Terra. Nell’immagine in alto queste zone sono indicate in arancione, mentre il verde è il suolo di ghiaccio d’acqua. Alla lunghezza d’onda di 5 micron è stato assegnato il colore rosso, 2 micron è il verde e 1,3 micron il blu.

Jason Barnes, uno scienziato VIMS dell’Università di Idaho a Mosca, ha detto: “Le immagini di Cassini ci danno una vista più interessante di un’area che finora era stata solo analizzata in parte, un luogo dove avviene una complessa iterazione tra liquidi, evaporazione e depositi”. Le immagini mostrano anche un’unità di terreno più chiara e luminosa mai osservata prima. Questo potrebbe indicare che il polo nord della luna più nota di Saturno ha peculiarità uniche e distintive rispetto al resto della superficie e potrebbe essere il motivo per cui i laghi ed i mari sono concentrati in questa zona.

“La regione settentrionale dei laghi di Titano è una delle più simili a quelle sulla Terra e una delle più intriganti nel sistema solare”, ha detto Linda Spilker, ricercatrice per la missione Cassini al Jpl di Pasadena, California. “Sappiamo che i laghi cambiano con le stagioni e la lunga missione Cassini su Saturno ci dà l’opportunità di guardare il passaggio delle stagioni su Titano”.

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Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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