21 maggio 2012 Lascia un commento
La speranza nel suicidarsi e’ di rinascere a miglior vita ma il protagonista del film non ha avuto bisogno di morire per ritrovarsi in un nuovo mondo, a pochi metri da casa propria eppure lontanissimo dalle tragedie quotidiane come un debito impagabile con una agenzia privata di prestito e la fidanzata fresca d’abbandono, piu’ che valide motivazioni per qualcuno a farla finita.
Ora, se ci si butta nel grande fiume che fiancheggia la citta’ ma si naufraga un un isolotto nel suo centro esatto quando non si sa nuotare e nessuno al mondo fa caso a quel fazzoletto di terra, allora la skyline urbana e’ lontana quanto la Luna.
Vivere come un naufrago eppure avere innanzi la propria casa si puo’ e in fondo e’ meno difficile di quanto si pensi riuscendo ad adattarsi e trasformando le nostalgie in obiettivi.
In merito alla Luna, accade che una strana ragazza auto esiliatasi da tre anni nel proprio appartamento, sia l’unica testimone delle gesta del tizio in mezzo all’isola, a detta sua un alieno, la cui presenza bastera’ a farla uscire dal forzato isolamento e prendere nuovamente contatto col mondo.
Film intelligente e divertente, delicato eppure sagace, costruito con pochi elementi ma ben assemblati e si badi bene, non senza un contenuto degno di nota che dia da pensare.
Del resto dispiace notare come ancora una volta sia l’Oriente a darci lezioni di cinema e di idee e sappia uscire dalla stantia morale che comunemente impera.
Proprio noi italiani che non ci vergogniamo d’imbrattare il nostro cinema coi "doveri morali", forse avremmo il "dovere" di fare cinema con una "moralita’" e il resto verrebbe da se’.
Nell’imbecille e stantia retorica dell’"abbattere il sistema", qualcuno come Lee, osa rivoluzionare l’idea affermando che il sistema va guadagnato, il sistema va meritato, il sistema e’ qualcosa a cui ambire perche’ in realta’ non esiste alcun sistema che ogni persona, ogni individuo nella sua singolarita’ non voglia e non ne costituisca una ragione d’essere. Non e’ quindi una questione di ritorno al passato ma del riconquistare i valori perduti per riottenere un presente con piu’ onore, con piu’ forza, con piu’ dignita’ e se "sistema" dovesse anche essere cibo spazzatura, che lo sia fino in fondo, un obiettivo forse ma sia qualcosa per cui combattere.
Ecco la dignita’ del presente, ecco la dignita’ delle cose perche’ e’ nella conquista non nell’essenza il valore, valore e merito.
Un esempio di buon cinema, di nuovo cinema, attori meravigliosi e una storia da godere e da pensare.
Difficile sperare di meglio.
Ora, se ci si butta nel grande fiume che fiancheggia la citta’ ma si naufraga un un isolotto nel suo centro esatto quando non si sa nuotare e nessuno al mondo fa caso a quel fazzoletto di terra, allora la skyline urbana e’ lontana quanto la Luna.
Vivere come un naufrago eppure avere innanzi la propria casa si puo’ e in fondo e’ meno difficile di quanto si pensi riuscendo ad adattarsi e trasformando le nostalgie in obiettivi.
In merito alla Luna, accade che una strana ragazza auto esiliatasi da tre anni nel proprio appartamento, sia l’unica testimone delle gesta del tizio in mezzo all’isola, a detta sua un alieno, la cui presenza bastera’ a farla uscire dal forzato isolamento e prendere nuovamente contatto col mondo.
Film intelligente e divertente, delicato eppure sagace, costruito con pochi elementi ma ben assemblati e si badi bene, non senza un contenuto degno di nota che dia da pensare.
Del resto dispiace notare come ancora una volta sia l’Oriente a darci lezioni di cinema e di idee e sappia uscire dalla stantia morale che comunemente impera.
Proprio noi italiani che non ci vergogniamo d’imbrattare il nostro cinema coi "doveri morali", forse avremmo il "dovere" di fare cinema con una "moralita’" e il resto verrebbe da se’.
Nell’imbecille e stantia retorica dell’"abbattere il sistema", qualcuno come Lee, osa rivoluzionare l’idea affermando che il sistema va guadagnato, il sistema va meritato, il sistema e’ qualcosa a cui ambire perche’ in realta’ non esiste alcun sistema che ogni persona, ogni individuo nella sua singolarita’ non voglia e non ne costituisca una ragione d’essere. Non e’ quindi una questione di ritorno al passato ma del riconquistare i valori perduti per riottenere un presente con piu’ onore, con piu’ forza, con piu’ dignita’ e se "sistema" dovesse anche essere cibo spazzatura, che lo sia fino in fondo, un obiettivo forse ma sia qualcosa per cui combattere.
Ecco la dignita’ del presente, ecco la dignita’ delle cose perche’ e’ nella conquista non nell’essenza il valore, valore e merito.
Un esempio di buon cinema, di nuovo cinema, attori meravigliosi e una storia da godere e da pensare.
Difficile sperare di meglio.