La zona vinicola
L'area vinicola del Castel del Monte DOC si trova a circa 40 chilometri a nord di Bari e prende chiaramente il nome dal famoso monumento denominato appunto Castel del Monte, ritenuto una residenza più che un castello, del famoso imperatore normanno Federico II del XIII secolo. Questo castello posto nelle Murge a 560 metri di quota suscita la curiosità di moltissimi appassionati di esoterismo per la sua storia ma soprattutto per il tipo di costruzione geometrica che apre la porta a tantissime considerazioni. Anche il personaggio che lo costruì fornisce molti spunti essendo considerato uno dei più colti e raffinati, nonché illuminati, di tutta la storia. Oltre al contesto storico la zona vive un contesto geologico preciso che fa parte dell'orografia di nascita delle Puglie, in particolare della formazione dal fondale marino che vede protagonista lo scontro tra la placca Euro-asiatica e quella Africana. Il fondale ricco di conchigliaceae produsse quindi un territorio ad alta concentrazione calcarea. Inoltre la natura del territorio offre una divisione tra due sub zone geologiche in riferimento alle altitudini che hanno comunque lo stesso tipo di clima, ovvero il classico clima temperato delle Puglie, con estati calde e inverni miti. La prima subzona riguarda i vigneti sui rilievi al di sopra dei 300 metri di quota dove la geologia del territorio si presenta rocciosa e a coltura mista, tra l'agricoltura degli uliveti, e i pascoli e altre semenze. I vigenti vengono qui alternati ad altre colture con sistemi d'allevamento a spalliera bassa poste al fondo delle lame, in modo da avvicinare le radici alle fonti idriche in una regione che presenta spesso problemi siccitosi. La seconda subzona è quella riferita alle altitudini tra i 180 e i 300 metri con una geologia diversa e più specifica. Qui si trovano terreni profondi con strutture composte oltre che dal calcare anche dal tufo. Qui il terreno è ottimo non solo per la vite, ma anche per il grano e l'ulivo.
I vitigni bianchi
I vitigni bianchi utilizzati per la produzione per del Castel del Monte bianco sono il Pampanuto, detto anche Pampanino, lo Chardonnay, Sauvignon e il Bombino bianco.
Il Pampanuto è un'uva autoctona della regione, conosciuta e diffusa da moltissimo tempo anche se le prime notizie scritte risalgono solo alla fine dell'Ottocento. In realtà sembra ormai certo dalle analisi del DNA che il Pampanuto sia null'altro che una variazione dell'altra classica pugliese, il Verdeca. Quest'uva viene usata per lo più per i tagli con il Bombino tranne che nell'area del Castel del Monte appunto, dove si riesce a vinificarlo anche in purezza. Offre vini neutri e fruttati, con una buona acidità ma anche un'ottima leggerezza ideale per il clima molto caldo delle Puglie.
Anche il Bombino Bianco è molto diffuso in Puglia, ma non ha origine nella regione e forse nemmeno in Italia. Comunque si trova in quasi tutto il centro Italia con diversi nomi come Pagadebit in Romagna. Generalmente viene usato per gli assemblaggi per le sue alte rese che devono essere molto moderate dai viticoltori se si intende usarlo in purezza. I vini forniti sono comunque neutri e leggeri, non certo indimenticabili.
Il Castel Del Monte DOC bianco
La denominazione Castel Del Monte DOC è stata istituita dal Ministero delle Risorse Agricole il 14 marzo 1997 per autorizzare la produzione di vini bianchi e rossi nei comuni di Andria, Canosa di Puglia, Corato, Trani, Ruvo, Terlizzi, Bitonto, Palo del Colle e Toritto. Per quel che riguarda i soli vini bianchi come detto nel paragrafo precedente le uve autorizzate sono il Bombino, il Pampanuto, ma anche il Sauvignon e lo Chardonnay. Tutte le uve tranne il Sauvignon possono essere utilizzate in purezza. Sono previste produzioni di vini bianchi fermi, frizzanti e spumanti.
Le aziende
Il Castel del Monte DOC bianco non fornisce vini indimenticabili in quanto a parte lo Chardonnay non possiamo parlare di uve di grande qualità.
Un buon Castel del Monte bianco DOC è quello dell'azienda Santa Lucia a Corato in provincia di Bari, fondata addirittura nel 1822. Il suo Castel del Monte Bianco Vigna Tufaroli contiene l'85% di Chardonnay e il 15% di Bombino Bianco. Buoni profumi fruttati con qualche accenno floreale e un gusto secco e asciutto. Buono con molti abbinamenti.
Un grande Castel del Monte bianco che ha conquistato i cinque/sei grappoli dell'associazione italiana sommelier è lo Chardonnay Pietra Bianca di Tormaresca. Tagliato con un 10% di Fiano questo vino ha un colore oro e un naso complesso. Prima si affaccia la tostatura, e la frutta esotica con note di cedro. Quindi si finisce con le spezie e la mineralità. Fantastica bocca equilibrata tra il fresco e il sapido con una lunga persistenza vanigliata dovuta ai 5 mesi di affinamento in barrique. Ottimo con la paella alla valenciana. Prodotto in 40 mila bottiglie l'anno ad un prezzo assolutamente concorrenziale intorno ai 20 euro, un inezia per la qualità espressa.