Cemento depotenziato e materiale inerte non corrispondente ai parametri previsti dal capitolato di appalto e quindi frode nelle pubbliche forniture.
E’ questa l’accusa formulata dalla procura di Trapani, a seguito delle indagini svolte dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Trapani da circa un anno.
Nel mirino i lavori di potenziamento delle opere marittime inerenti la messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo, appalto da oltre 40 milioni di euro. Perquisizioni e sequestri sono scattati presso le sedi di societa’ ubicate a Venezia, Palermo, Alcamo e Castellammare del Golfo.
Ai raggi x le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori. I finanzieri hanno posto sotto sequestro l’intera struttura cementizia realizzata all’interno dell’area di cantiere del porto dove sono dislocati i massi artificiali destinati a contenere il moto ondoso e che non sarebbero conformi a quanto stabilito dal contratto di appalto. Si tratterebbe, insomma, dell’ennesimo caso di utilizzo di cemento “impoverito”.
Sigilli apposti, dunque, all’intera struttura e ad altre due aree di cantiere: una nei pressi della spiaggia Playa di Castellammare del Golfo; l’altra in contrada Magazzinazzi di Alcamo, allo scopo di accertare le caratteristiche qualitative della struttura finora realizzata, la sua solidita’ e la reale corrispondenza alle specifiche d’appalto.