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Castelli ed ex caserme, il Lazio si riconverte al turismo slow

Creato il 24 luglio 2021 da Francesco Sellari @FraSellari

Sedici spazi abbandonati riqualificati e affidati agli under 35

Castelli caserme, Lazio riconverte turismo slow

Articolo originariamente pubblicato su Huffington Post

Castelli, ex caserme, conventi ed ex edifici scolastici trasformati in ostelli della gioventù e centri di promozione culturale, per percorsi di viaggio green e a portata di tutti. E’ una proposta turistica attenta all’ambiente che farà felici i camminatori. E allo stesso tempo un volano per creare nuova occupazione giovanile. Sono questi i punti di forza di Itinerario Giovani, iniziativa con la quale la Regione Lazio ha deciso di riqualificare 16 spazi abbandonati dislocati su tutto il territorio regionale. Spazi la cui gestione è stata assegnata agli under 35.

Sono complessivamente 9 ostelli e 7 punti turistici: un ampliamento dell’offerta ricettiva che asseconda la tendenza del turismo post Covid, incentrato su lentezza e prossimità. Un’idea potenzialmente esportabile in altre regioni per dare nuova vita a una parte consistente del patrimonio edilizio dismesso. E rianimare realtà ai margini dei flussi turistici.

Spulciando tra le mete proposte emerge anche qualche sorpresa. Ad esempio c’è l’Ostello di Colle Mordani a Trevi, in provincia di Frosinone, all’interno del Parco Regionale dei Monti Simbruini. Marcin Fabjanski, docente di filosofia, ha deciso di instaurare qui la sua “Scuola Appenninica della Filosofia Vivente”. Un luogo per meditare e riflettere, riprendendo l’esempio delle grandi scuole filosofiche dell’antichità. Un punto di partenza per micro-spedizioni nella natura selvaggia dei Monti Simbruini e per escursioni della mente che vanno da Epicuro a Buddha, passando per San Benedetto. “Questo è il luogo ideale per una scuola filosofica – ha spiegato Fabjanski – la natura qui invita alla ricerca e alla contemplazione; i luoghi e le grotte dove santi hanno meditato per millenni; la vicinanza con Roma, la capitale spirituale e intellettuale dell’antichità”.

Da Frosinone a Viterbo, da Trevi ad Acquapendente. Qui, nella frazione di Torre Alfina, un antico casale di mezzadri all’interno della Riserva di Monte Rufeno è stato trasformato nell’Ostello “Il Podernovo”, gestito da una cooperativa tutta al femminile. Ogni fine settimana, le ragazze de L’Ape Regina – questo il nome della cooperativa – propongono trekking e passeggiate al tramonto per l’avvistamento della fauna. C’è poi il monumentale Bosco del Sasseto, una foresta vetusta che ospita più di 30 specie di alberi. I più diffusi sono il faggio, l’olmo, l’acero di monte, il leccio e l’albero della manna. Uno scrigno di biodiversità che in una radura offre la visione fiabesca del mausoleo in stile neogotico del marchese Edoardo Cahen, risalente alla fine dell’800. Dal 2006, il Bosco del Sasseto è Monumento Naturale.

A Rivodutri invece il vecchio asilo comunale, abbandonato dagli anni ’80, diventerà l’Ostello del Cammino di San Francesco. Questo piccolo centro in provincia di Rieti sorge sulla via che da Sud, da Roma, porta ad Assisi. Nella frazione di Cepparo c’è una tappa obbligata per tutti i viandanti che vogliono ripercorrere le orme del poverello. Parliamo del faggio di San Francesco. Un albero secolare dalla forma straordinaria, “ad ombrello”. Contrariamente agli altri alberi della stessa specie, i rami tendono verso il basso come quelli del salice piangente. La leggenda vuole che abbia assunto questa forma per offrire riparo al santo, sorpreso da un temporale durante un ritiro mistico. Al di là dell’origine leggendaria, si tratta di una pianta senz’altro fuori dal comune: ventuno metri di circonferenza, sette di diametro e sei d’altezza. È censito tra gli Alberi Monumentali dal Ministero dell’Ambiente.

E poi Villa Iaccarini, immersa nei boschi del Parco dei Monti Aurunci, nel territorio del Comune di Itri in provincia di Latina. O il Castello di Rocca Janula, che insieme all’abbazia di Montecassino domina la valle della cittadina in provincia di Frosinone. Ad Arpino (Fr) il complesso monumentale del Convento di San Lorenzo, la cui fondazione ad opera dei frati Minori Cappuccini riale al 1560, ospiterà l’Ostello di San Lorenzo.

Il progetto ha ridato vita anche a strutture più recenti. Come nel caso di Gaeta (Lt), dove l’Ostello della Gioventù è stato inaugurato in un edificio che una volta era un IPAB (Istituto pubblico di assistenza e beneficienza). O dell’ex caserma di Bassiano (Lt), che diventa un punto strategico per tante attività in ambiente naturale, dal parapendio ai corsi di canoa sul fiume Cavata e sul lago di Paola.

Da Caprarola a Configni, da Zagarolo ad Anguillara Sabazia, fino ad arrivare al Tevere Point nel parco Regionale Tevere Farfa, sono molti i luoghi di interesse naturalistico che grazie a questo progetto potrebbero avere la notorietà che meritano. Chissà se i giovani del Lazio approfitteranno dell’Interrail regionale per esplorare queste mete. Fino al 15 settembre, infatti, i ragazzi tra 16 e 25 anni potranno viaggiare gratuitamente sfruttando treni e bus regionali. Quarto anno per questo “Lazio in Tour” che nelle tre precedenti edizioni ha coinvolto circa 60.000 under 25.


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