Con la sua spontanea simpatia, con quella faccia triste da leghista in gita, l’ex ministro, noto alle cronache per la sua opposizione alle norme dell’Unione contro razzismo e xenofobia, ha dato del perfetto cretino a se stesso e al governo oltre che del mentitore a Berlusconi. Certo non si fatica, mi direte, ma riuscire a farlo da soli rasenta il sublime.
Facendo schizzare un rancore inestinguibile da quello sguardo fessurato non ha resistito a cercare di dare una mano all’astensione ai referendum e ci ha spiegato che non bisogna avere paura del nucleare: ” tanto cosa credete in Italia il nucleare non si farà mai, figuriamoci”.
Quindi il governo ci prende per il sedere, gli impegni finanziari, gli accordi tra l’Enel e l’Areva, il tentativo di bloccare il referendum, sono soltanto fumo degli occhi. La necessità del nucleare invocata e fatta invocare da una corte dei miracoli che comprende il pazzo Battaglia, il quasi novantenne Veronesi e il fighetto Chicco Testa, erano soltanto uno scherzo, un pour parler. Chissà come ci rimarranno le aziende che si erano già buttate sull’osso e che non vogliono mollarlo.
O forse l’atomo è solo un espediente per buttare via qualche miliardo in opere preliminari, per fare il gioco del chi ruba a chi che dopo il bunga bunga è il passatempo più amato nella cricca di governo?
Ma no, è solo che Castelli ha solo tentato di prenderci per scemi, riuscendo solo nell’intento di rivelarsi autenticamente tale. Però basta non badargli troppo, anzi come si fa per i mentecatti, diciamogli sempre di SI.