Dai Castelloni si gode di una vista aperta sulla Valsugana e sui Lagorai. Nella foto si indovinano, dietro i boschi di Cima
Isidoro, le sagome di Cima Caldiera e Monte Campanaro. Siamo al margini settentrionale dell'altopiano di Asiago, teatro di furiosi scontri durante la prima guerra mondiale. Vicende di guerra raccontate e fatte capire prima da Emilio Lusso e poi da Mario Rigoni Stern. Ma anche vicende partigiane, ancora una volta magistralmente ricostruite dalla penna di Rigoni Stern.
I passaggi nell'intricato labirinto di roccioni hanno trattenuto la neve in quantità
inattesa e il 7 giugno sono ancora impraticabili.
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Il nostro giro si allunga di due chilometri ma la neve, più avanti, ci giocherà un'altro scherzetto: anche se siamo a giugno non ha ancora liberato gli spazi tra i grandi roccioni dei Castelloni e i minuscoli canjon, completamente intasati dalla neve, sono ancora del tutto impraticabili. Dobbiamo rinunciare, peccato, eravamo venuti soprattutto per la lapide che ricorda "il volo del Moretto".Per il rientro compiamo e un ampio e forse un po' ozioso giro a sudest che si rivela più lungo del previsto: la prossima volta staremo più attenti, e soprattutto torneremo quando la neve se ne sarà andata!Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.539 (automobile)
Quota massima raggiunta: m 1.820
Dislivello assoluto: m 281
Dislivello cumulativo in salita: m 712
Dislivello cumulativo in discesa: m 755
Lunghezza con altitudini: km 18,4
Tempo totale netto: 5:30 AR
Difficoltà: E
Descrizione del percorso:
dal posto dove abbiamo lasciato l'auto al bivio Tiffgruba (m 1.550) ci sono 2 chilometri di strada bianca che d'estate, in assenza di neve, si possono levare dal computo. Dal bivio siamo risaliti a Malga Fossetta (m 1.666) e da qui abbiamo seguito il sentiero CAI 845 fino alla Selletta dei Castelloni (m 1.818). Poco oltre la neve ci ha fermati. La decisione di non tornare sui propri passi, ma di intraprendere un giro molto più lungo sul versante sudest non si è rivelata molto furba, il sentiero è sempre nel bosco con zero panorami...
Come arrivare:
da Gallio si imbocca la stradina asfaltata che sale agli impianti sciistici di Campomulo (5 km). La tortuosa stradina prosegue lungamente in mezzo al bosco di abeti. Dopo una decina di chilometri, proprio dove la strada, dopo il lungo tratto sterrato, è stata per breve tratto asfaltata, si giunge alla conca di Tiffgruba, dove c'è il cartello che vieta il transito alleautomobili. (noi siamo staticostretti a lasciare l'auto 2 chilometri più a valle, causa neve).