Acceso da una miccia che si spegnerà ben presto (la sorellina con metà anima non ha alcun peso nella vicenda), Nekojiru-so rinnega il racconto con tutta la straripante forza che ha preferendogli un andamento fatto di pennellate incoerenti. Il cammino dei due gattini si plasma in un tourbillon irrefrenabile di situazioni totalmente sconnesse le une dalle altre, la libertà creativa del regista stordisce: i confini vengono eliminati, gli scenari si susseguono seguendo solo e soltanto la strada dell’inventiva e così per passare da un oceano sconfinato ad un deserto bollente basta la mano di “qualcuno” ad inclinare un poco quella biglia verdognola che è la Terra. Sato si prende la briga di aprire parentesi estranee che non hanno senso se non quello di aumentare il carico dell’impatto visivo (il mago nel circo; la lisca di pesce; l’elefante d’acqua; la GENIALE sequenza degli uccelli che defecando danno vita ad un albero particolare…), inoltre, nella parte conclusiva, sotterra definitivamente le coordinate percettive: nel turbine atemporale i fatti accadono e riaccadono seguendo il balbettante ticchettio dell’orologio Universale. Quando però giungono i titoli di coda, la modestia del nostro tempo si dimostra manchevole, inadeguata: un film così non dovrebbe finire mai.
Acceso da una miccia che si spegnerà ben presto (la sorellina con metà anima non ha alcun peso nella vicenda), Nekojiru-so rinnega il racconto con tutta la straripante forza che ha preferendogli un andamento fatto di pennellate incoerenti. Il cammino dei due gattini si plasma in un tourbillon irrefrenabile di situazioni totalmente sconnesse le une dalle altre, la libertà creativa del regista stordisce: i confini vengono eliminati, gli scenari si susseguono seguendo solo e soltanto la strada dell’inventiva e così per passare da un oceano sconfinato ad un deserto bollente basta la mano di “qualcuno” ad inclinare un poco quella biglia verdognola che è la Terra. Sato si prende la briga di aprire parentesi estranee che non hanno senso se non quello di aumentare il carico dell’impatto visivo (il mago nel circo; la lisca di pesce; l’elefante d’acqua; la GENIALE sequenza degli uccelli che defecando danno vita ad un albero particolare…), inoltre, nella parte conclusiva, sotterra definitivamente le coordinate percettive: nel turbine atemporale i fatti accadono e riaccadono seguendo il balbettante ticchettio dell’orologio Universale. Quando però giungono i titoli di coda, la modestia del nostro tempo si dimostra manchevole, inadeguata: un film così non dovrebbe finire mai.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Corruzione, il fiore all’occhiello del made in Italy
Un prodotto tipico, po’ come per iI peperone di Senise o il pomodoro di Pachino. Tipico della nostra terra, con specifiche che possono variare da regione a... Leggere il seguito
Il 16 giugno 2015 da Dfalcicchio
CULTURA, OPINIONI -
I sequel di Frankenstein rivivono in dvd con doppiaggio originale
Da sempre attenta alla riscoperta su supporto digitale di cult e classici del passato, Sinister Film prosegue il suo lodevolissimo lavoro recuperando in dvd i... Leggere il seguito
Il 07 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Echolot (Sonar)
Athanasios KaranikolasGermania, 201378 minutiUn gruppo di giovani berlinesi si riunisce per trascorrere un fine settimana in un casolare di campagna. Leggere il seguito
Il 06 giugno 2015 da Frankviso
CINEMA, CULTURA -
Pupi Avati insignito del Premio Comunicazione e Cinema
Piero Chiambretti, con la maestria e la comicità che lo contraddistinguono, ha magistralmente condotto la serata di premiazione della XVIII Edizione... Leggere il seguito
Il 05 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Il marchio dell'alba - Primo capitolo della serie 'Le cronache di Experya'
Buongiorno carissimi lettori, io mentre voi leggerete questo post sarò in università. Fortunatamente mancano solo due giorni alla fine delle lezioni, poi ci sar... Leggere il seguito
Il 04 giugno 2015 da Chaneltp
CULTURA, LIBRI -
Cannibal music - i dischi di maggio 2015
Condividi I dischi del mese di maggio. I più belli? Non necessariamente. Anzi, alcuni sono piuttosto pessimi. Nel complesso però, in mezzo ad alcune cose non... Leggere il seguito
Il 31 maggio 2015 da Cannibal Kid
CULTURA