autore: Christian Di Lollo (Pakiro)
C’è bisogno di instabilità. C’è bisogno di un nucleo di elemento pesante, con un elevato numero di massa, una notevole quantità di neutroni ed una spiccata sensibilità al fascino dell’errore. Ci vuole un isotopo dell’uranio, figlio di una cultura borghese e della predisposizione al senso di colpa della dottrina cattolica.
Ci vuole un elemento fissibile, perché avvenga la fissione nucleare. Raramente accade in maniera spontanea. Il materiale instabile resta quieto, finché non viene bombardato. Poi qualcuno decide di sparargli contro un neutrone: un piccolissimo e invisibile neutrone. Si innesca la reazione a catena ed è impossibile fermarla. Un nucleo si spezza in frammenti minori provocando un’intensa energia. Ciascuno dei frammenti si divide in porzioni più piccole con emissioni altrettanto potenti. Gli isotopi prodotti sono radioattivi, sempre più instabili, sempre più fulminei nel decadere, sempre più decisi nell’agire. Il processo è innescato. La massa si trasforma in energia. La materia diventa azione. Gli errori si ripetono. Le particelle arrivano a toccare il fondo, ma non si fermano. Si pentono per un istante, poi sbagliano ancora. Ancora nuova energia. Ancora un decadimento radioattivo e un’esplosione di neutrini che infetta gli altri isotopi e li induce all’errore. Si libera energia, sempre più energia, in un vortice di una passione che non si può arrestare. La passione per l’errore, per la distruzione, per l’autodistruzione. Una passione rivoluzionaria verso ciò che tutti dicevano impossibile. Una fonte di energia che non si può spiegare con la fisica classica. Una bomba micidiale che nessuno credeva possibile e che invece può esplodere e distruggere l’esistente. Questa reazione non si può arrestare e non si può controllare, si può solo aspettare che tutto sia finito e sperare che lì intorno non ci siano altre particelle instabili.
Dicevano che l’uomo non era così potente. Che la natura non possedeva le armi per annientarsi. Dicevano che era stato Dio a creare l’inferno. Dicono che ogni particella non è libera di esercitare la propria volontà. Invece basta poco per scatenare un decadimento ad energia infinita. Basta un neutrone a far scoppiare una bomba. Una bomba che distrugge la realtà, lasciando solo un sibilo, nell’intero universo. Lasciando solo una voce addolorata per quanto è successo, felice di essere triste. Lasciando una poesia muta e facce immobili. Catatonici versi e catatoniche strofe:
cata versi e cata strofe.
Magazine
CATA STROFE (esiti drammatici di una fissione nucleare incontrollata)
Creato il 20 aprile 2011 da Kirolandia @ippokiroI suoi ultimi articoli
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