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Cataclisma utile

Da Andrea_cusati

Il vento si abbatte su TdV, spazzando via alcuni sogni, ma non la linfa

Se c'è una cosa che non ha deluso le mie aspettative venendo qui al casale di Tempo di Vivere, è sicuramente il fatto che non ci si annoia mai.

Ogni giorno c'è qualcosa da fare e qualcosa accade, sia fuori che dentro di noi.
Poco più di un mese fa troviamo un'offerta su ebay per un gazebo a tensostruttura di 110 metri quadrati.
Sapendo che il 22 e 23 novembre saremo luogo di incontro per parecchie persone, che vogliono organizzare una due giorni per confrontarsi e dibattere sul lavoro solidale, decidiamo di acquistarlo per dare loro un posto dove poter fare una riunione.
Nel frattempo abbiamo altri spazi in ristrutturazione che verranno pronti nei mesi e negli anni prossimi.
Vorremmo anche organizzare un mercatino dell'usato a offerta libera e una festa per i compagni di classe di Pietro, così da cominciare a farci conoscere dalle persone del luogo e tirare su qualche soldino.
Mi viene in mente che se avessimo già la tensostruttura potremmo organizzare al suo interno la festa coi bambini (in caso di pioggia) e anche il mercatino dell'usato.
L'idea piace al gruppo e dà il via alla nostra immaginazione sull'investimento per uno spazio grande di attività al coperto, che in questo momento ci manca.
Ci accarezza anche l'idea di tenerla come struttura fissa, seppur sembra sia abbastanza veloce da montare e smontare.
La struttura la va a prendere Antonio in Piemonte e viene montata nei giorni in cui io sono a letto per una brutta botta al costato sinistro posteriore durante un
trasloco, per intenderci i giorni della festa coi bambini.
I miei compagni di avventura fanno un bellissimo lavoro e organizzano una festa molto bella.

Interno del gazebo

Inizio festa


Il gazebo visto da fuori per intero

La tensostruttura

Il dispiacere che sento in quel momento per non aver condiviso con loro la costruzione della giornata è forte.

Oltretutto sembra che abbiano lavorato con intensità ma in un clima sereno e armonico.
Più guardiamo e viviamo, anche nei giorni a seguire, questo gazebo, più ci piace e più sogniamo tante attività e possibilità di utilizzo legate ad esso.
E' il momento di organizzare il mercatino dell'usato!
Partono settimane di spostamento della merce nel gazebo, di un mercatino in paese per farci conoscere e pubblicizzare il nostro mercatino, volantinaggio, allestimento
e abbellimento del tutto.
Il luogo adibito a mercatino è perfetto e siamo molto soddisfatti.

Vista interna gazebo/mercatino di notte

Mercatino di notte 1


Vista del mercatino di notte

Mercatino di notte 2


Vista del mercatino di giorno

Mercatino di giorno 1


Vista del mercatino di giorno

Mercatino di giorno 2


Vista del mercatino dall'esterno

Esterno mercatino

Purtroppo nei primi due giorni non si vede anima viva, nonostante la buona divulgazione fatta sul territorio e le promesse di tante persone di passare a trovarci.

Mi sento un pò dispiaciuto e deluso, ma anche fiducioso, poiché punto e credo molto nella seconda ondata di volantini (ne abbiamo prenotati 1000 online), che investirà negozi qui a Marano sul Panaro e anche paesi qui vicini con parecchi abitanti, come Vignola.

Volantino del mercatino

Volantino mercatino

Credo anche molto nel week-end, dove le persone sono più libere di muoversi e magari un giro a un mercatino, costruito su un poggio davanti a un bel panorama, se lo fanno volentieri.

Con il tempo primaverile e sereno di questi giorni, all'oscuro dalle previsioni meteorologiche, non avremmo mai pensato che dieci minuti di una sola notte potessero spazzare via tutto questo.

Un vento incredibile, per cui c'era l'allerta in diverse zone, tra cui la nostra, si solleva imponente tra le 3.00 e le 4.00 della mattina di mercoledì 22 ottobre, sollevando il nostro gazebo e scaraventandolo a testa in giù conto gli alberi di fronte, in prossimità dell'altro gazebo costruito da noi dove teniamo la legna.

Vorremmo uscire per trattenerlo, per riprenderci quel sogno di gloria che ci sfugge davanti agli occhi, ma è troppo pericoloso.
Io esco comunque a fare dei sopralluoghi in varie zone della proprietà per comprendere in che punti soffia meno o più forte il vento.
Questo mi serve perché sto già pensando a dove ricostruire il gazebo e anche perché voglio capire che modifiche costruire per il punto dove ho deciso di mettere l'orto sinergico e le arnie con le api l'anno prossimo.

In casa c'è un clima surreale e tanto dispiacere.

Grandi e piccini tutti insieme alle 4.00 di mattina a condividere la colazione in un dolore silente.
Ognuno cerca a suo modo di reagire a ciò che prova, di dire agli altri che c'è.

Tutti insieme a far colazione

Colazione insieme 1


Tutti insieme a far colazione

Colazione insieme 2

Il dispiacere mio più grande in quel momento è vedere Antonio che decide di gestire il suo dolore lontano dal gruppo chiuso in camera sua.

Dopo le insistenze di Gabriella anche lui scende a condividere la mattina iniziata male.

Katia e Gabriella sul divano perse nei loro pensieri e nelle loro emozioni

Katia e Gabriella

Avrei voglia di abbracciare tutti.
Katia sul divano tiene tutto dentro e cerca di capire se anche la parabola di internet è saltata, mentre Isotta le dorme in braccio.
Gabriella fa spola dal divano a fuori per fumare qualche sigaretta di nervosismo.
Pietro prima piange per lo spavento di una mattina incasinata e poi si tranquillizza alla notizia che non andrà a scuola (quella notizia da ragazzino ha sempre curato anche i miei mali).
Ermanno in cucina spadella stuzzichini, è il suo modo di sfogare dice Gabriella.
Non ci avevo mai pensato.
Così vado in cucina e lo abbraccio, gli si inumidiscono gli occhi e ci stringiamo per un momento che sembra eterno.
Vorrei poter uscire, rimettere in piedi quell'accidenti di struttura e dire ai miei amici che va tutto bene, che non è successo nulla di grave, che siamo in pista,
che non è finito nulla, che basta cambiargli posto e tutto andrà meglio.
Ma purtroppo non ho ancora i super-poteri.
Il mio modo di aiutare, sentendomi abbastanza bene e tranquillo, è quello di toccare e stringere gli altri e di sparare le mie solite battute per sdrammatizzare (fare il pirla è una delle cose che mi viene meglio da sempre).
Chiamo Simona, un'amica che sta facendo avanti e indietro tra noi e Milano da un pò di tempo perché vorrebbe venire a vivere qui con noi a breve, la avviso di ciò che è accaduto, anche lei è dispiaciuta, anche lei lo sentiva un pò suo quel mercatino spiaccicato contro gli alberi e volato via in pochi minuti.
Arriva l'alba.
Il tempo stupendo e lo spettacolo che abbiamo intorno sembra prenderci per il culo, visto il devasto che ci troviamo davanti mentre il sole ci dà la prima luce.

Quel che rimane del mercatino è solo confusione e roba sparsa ovunque

Devasto


Il gazebo sdraiato a testa in giù contro gli alberi

Il gazebo riverso come un insetto morto

Il gazebo volando via ha decapitato la canna fumaria del forno/griglia, un palo di alluminio delle amache ha squarciato un pezzo del tetto, molti pali del gazebo sono

piegati o tranciati, roba ovunque che continua a volare via e il vento che non cessa la sua corsa.
Mentre cerchiamo di sistemare e salvare il salvabile, Antonio si dà colpe che non ha e urla imprecazioni contro il vento e la natura, contro il destino bastardo, come fosse il tenente Dan di "Forrest Gump" durante la tempesta .
Katia ed Ermanno tirano dentro le cose in silenzio.
Gabriella tiene Isotta.
Io cerco di dare ordine nel casino perché a me aiuta e penso anche agli altri e di tanto in tanto scatto qualche foto per documentare il tutto.

Sistemiamo dopo il disastro

Si sistema e...


Sistemiamo dopo il disastro

... si riparte.

Nella mia testa si affollano le parole per raccontare ciò che sto scrivendo, non voglio perderne neanche una per descrivere al meglio il sentito del gruppo, o almeno la mia percezione del tutto, filtrata dalla mia mente e dalle mie emozioni.

Esco da quasi una settimana di dolore interiore devastante e di energia sotto i piedi, la devastazione che avevo dentro era simile a quella concreta che mi sono trovato davanti ieri mattina.
Ero stanco, senza forze, senza vita dentro, volevo scappare, ero stufo, scoraggiato, continuavo a piangere senza comprenderne il motivo.
Il gruppo ha accettato uno zombie che deambulava qua e là per diversi giorni, è stato il loro modo di accogliermi.
Simona mi ha parlato, Katia ci ha provato, Antonio mi ha donato le sue lacrime d'amore, Ermanno mi ha abbracciato e sorriso, Gabriella mi ha aiutato ad uscirne con il suo amore e le sue capacità di counselor.
Ora che mi sento bene tocca a me e ci voglio essere io per loro, ogni scintilla di energia che posso far uscire voglio donarla a ognuno di loro, ogni palo
che raccolgo e ogni telo che piego voglio sia una fatica in meno per loro e un segnale positivo che gli dica che ci siamo, che non siamo morti, nonostante tutto
ciò che quel gazebo ha rappresentato per noi, nonostante i soldi investiti e non riguadagnati, nonostante il sudore versato e non ripagato noi siamo ancora qui,
insieme!
Piano piano tutto viene sistemato e rimangono le domande, le decisioni da prendere, le scelte da fare, gli insegnamenti che ognuno vuole ricavare dal maestro gazebo, dal maestro vento, dalla maestra vita.
Evento naturale? Sfiga? Ignoranza nostra? Incapacità?
Forse tutto, forse niente.
Non c'è verità, a ognuno la sua.
Posso solo lasciare ai posteri cosa io mi tengo di questa esperienza.
Intanto sicuramente la gioia e la forza di sentirmi fra gente con le palle che sa alzare la testa e abbracciarsi nel momento doloroso.
Sono contento che la vita mi abbia dato l'opportunità di lavorare su quel gazebo in un momento duro, poiché ha cancellato in me il dispiacere che ancora portavo
dentro per non averlo costruito insieme agli altri nella gioia della preparazione alla festa, ma il regalo di essere stato meglio per esserci ieri, in un momento
così difficile, con la mia energia e la mia voglia di fare e il mio stare bene, non ha prezzo (chi pensa che "per tutto il resto c'è Mastercard" lo picchio!!!).
Questo evento mi ha fatto capire e sentire una volta di più quanto voglio bene a queste persone e quanto voglio continuare il mio cammino con loro.
Mi ha anche fatto comprendere quanto conta l'esperienza del luogo, l'importanza di guardare il meteo, l'importanza di pensare bene a cosa costruire in campagna e come costruirlo.
Voglio migliorarmi e voglio farlo individualmente e insieme a questo gruppo e voglio rimettere in piedi questo cazzo di mercatino!!!
Un abbraccio a tutti.
A presto.

CHI VUOLE SOSTENERCI ED AIUTARCI ECONOMICAMENTE MI CONTATTI A [email protected] O AL NUMERO 3779748195 OPPURE VENGA A TROVARCI NEI PROSSIMI GIORNI IN via Denzano, 1690, Marano sul Panaro - Modena.

GRAZIE! 

                   Scritto da Andrea Cusati giovedì, 23 ottobre, 2014


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