Passeggiare per le vie del centro, ripercorrerle una, due, tre volte e ogni volta notare qualcosa che prima ti era sfuggita, quel particolare che prima non avevi notato; impossibile non farsi ammaliare dal fascino di una città dove si alternano palazzi disabitati, chiese barocche imponenti, condomini anni 50, rovine Greco-Romane, minimarket cinesi, parchi verdeggianti, fontane, negozi serrati o abbandonati, un'alternanza di stili e situazioni che ti fa sorgere una domanda 'ma qui un piano regolatore non sanno neppure che cosa sia'? Ma la bellezza di Catania forse sta proprio in questo disordine, l'occhio non si abitua mai, come giri l'angolo ti manca il respiro, i particolari sono disseminati ovunque, la storia si respira nell'aria.
La città freme per il Venerdi' Santo, i preparativi per la processione serale, il mercato del pesce da cui provengono le urla dei venditori, il traffico esagerato e i clacson impazziti, una manifestazione in Piazza Duomo, dove si sono accampati con le tende, il via vai dei pedoni incuranti dei semafori, polizia e vigili ovunque per dare una parvenza di ordine, turisti curiosi cartina alla mano e nasi all'insù, venditori ambulanti e negozianti incuranti del divieto di fumo nei locali, l'elemosina chiesta dappertutto.....per uno che viene dall'estremo nord, dove oramai regna un'ordine mentale tale da aver paura di gettare un mozzicone di sigaretta per terra, qui sembra di stare in un paradiso. Catania è viva, perchè la gente vive. Impossibile non cedere al suo fascino, è accomodante, ti prende per la gola (impossibile non entrare in una pasticceria Catanese), è un trionfo del Barocco, è confinata tra l'Etna e il mare, è caotica ma non nevrastenica, è Catania.