Assistito dalla moglie, lo scienziato Sorensen, ovvero Dana Andrews, sta portando a termine o preparativi del suo progetto Inner Space nella base sperimentale I.S., in Africa: attingere al magma posto negli strati inferiori della crosta terrestre per utilizzarlo come fonte di energia termica.
Accade in Esperimento I.S. Il mondo si frantuma (1965), che, diretto dall’Andrew Marton noto soprattutto per essere stato regista di seconde unità in titoli non poco importanti (Ben-Hur di William Wyler e Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz nel curriculum), prosegue con la scelta di lanciare un missile al fine di aprire la strada nel sottosuolo; senza immaginare, però, che ne consegua, in diverse parti della Terra, l’arrivo di sismi e maremoti di diversa intensità.
Man mano che prende forma un vero e proprio classico della fantascienza che, girato in Spagna con un budget di circa 870000 dollari (non molti, considerando la lodevole resa), anticipa di oltre trent’anni il cinema catastrofico a cui ci ha abituati il tedesco Roland Emmerich (colui che ci ha regalato The day after tomorrow – L’alba del giorno dopo e 2012, per intenderci); grazie in particolar modo agli ottimi effetti speciali curati da Eugène Lourié – autore de Il risveglio del dinosauro (1953) e Gorgo (1961) – e Alex Weldon (55 giorni a Pechino di Nicholas Ray e L’orca assassina di Michael Anderson tra le sue collaborazioni), dispensatori dell’alta spettacolarità di cui gode il coinvolgente insieme.
Insieme riscoperto su supporto dvd – con introduzione di Luigi Cozzi quale extra – da Sinister Film, che recupera dal dimenticatoio anche Il giorno dei trifidi (1963), prodotto dagli stessi Philip Yordan e Bernard Glasser finanziatori del film di Marton e diretto dallo Steve Sekely che si occupò, tra gli altri, del Revenge of the zombies (1943) interpretato da John Carradine.
Ma, a quanto pare, vi è anche la mano di un non accreditato Freddie Francis in questo cult della celluloide fanta-horror che, circolato in Italia, inoltre, con il titolo L’invasione dei mostri verdi e tratto da un popolare romanzo di John Wyndham, prende il via da una pioggia di meteoriti di straordinarie proporzioni che investe il globo.
Pioggia in seguito a cui, il giorno dopo, non solo chi l’ha guardata si ritrova privo della vista, ma si diffondono in tutto il mondo i semi di trifidi, piante in grado di staccarsi dal terreno e di attaccare l’uomo per nutrirsene.
E, ovviamente, goffamente divertenti (considerando l’epoca di realizzazione della pellicola) ma minacciose come morti viventi che avanzano lenti e silenziosi, sono esse a rappresentare la fonte di intrattenimento di oltre un’ora e mezza di visione destinata ad offrire una variante alle tipiche invasioni aliene offerte dalla Settima arte degli anni Cinquanta.
Variante che, nell’inscenare la lotta per la sopravvivenza intrapresa sia da un marinaio londinese e da una bambina sulla terraferma, sia da una coppia assediata all’interno di un faro al largo della Cornovaglia, lascia intuire un certo sottotesto d’impegno ecologico.
Con galleria fotografica quale contenuto speciale, ha ispirato due mini-serie televisive nel 1981 e nel 2009.
Francesco Lomuscio