a cura di Dale Zaccaria
Siamo in pieno medioevo. L’Europa ride di noi. E per fortuna che il censimento dell’Istat arrivato a tutti gli Italiani nella cassetta delle poste prevede come nucleo famigliare anche le coppie di fatto e omosessuali. Certo. Lo prevede perché è un censimento con normative Europee. Basta un ora di aereo Parigi, Berlino, Bruxelles, o la libertina e libertaria Amsterdam, e il mondo ti si capovolta in un batter d’occhio.
Francia con i Pacs du pacte civil de solidarité et du concubinage il patto civile di solidarietà tra coppie dello stesso sesso in vigore dal 1999.
Germania legge Gesetz über die Eingetragene Lebenspartnerschaft del 2002.
Belgio il matrimonio è aperto alle coppie dello stesso sesso dal 13 febbraio 2003.
Potremmo proseguire stilando una lista di paesi civili, mentre in Italia nelle scuole i preti intensificano l’opera della Santissima Apostolica Cattolica Chiesa facendo girare volantini come quello sopra indicato con su scritto: “le persone omossessuali sono chiamate alla castità”.
D’altronde in un questa nostra Italia piccolo borghese moralista e ipocrita, come dire, un’ Italia che processò Pier Paolo Pasolini per vilipendio alla religione di Stato con il lungometraggio la Ricotta, un’ Italia che i vizi li tiene nei privè o nel privato, poi fuori, mostriamoci ligi al dovere alla famiglia e virtuosi, un’ Italia decadente oramai, o forse già decaduta, che della falsità e del benessere fa il proprio miracolo, un’ Italia priva di verità, perché dovremmo ricordare alla Chiesa i suoi vangeli: Non giudicate, per non essere giudicati; [2]perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. [3]Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? [4]O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? [5]Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. (Vangelo Secondo Matteo).