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Creato il 31 maggio 2013 da Luigiderosa @Luigi2006

 

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di Matteo Cellini

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Matteo Cellini,scrittore

Fazi Editore
2013,216p.,€ 16,00
isbn 9788864115443

“Grasso”, provate a pronunciarla questa parola. Lentamente scandendo le sillabe,una ad una, fateci caso: la vostra bocca si apre, si spalanca come se dovesse essere riempita con un’intera torta e poi si chiude sul “so” e vi rimane dentro. Provate a pronunciare “ciccione, pingue, corpulento,pachiderma da noi a Napoli si dice “chiatto”, i dialetti sono più brutali, meno ipocriti , gli angoli nelle parlate non sono smussati dal politically correct della lingua ufficiale; nel dialetto siamo diretti e feroci, infatti “chiatto” è vicino a “chiavica”. Le parole SONO PIETRE ! Grasso, obeso, chiatto, quando le pronunciate contro una NON PERSONA,così Caterina la protagonista del romanzo si definisce, fanno male: sono GROSSE come le pietre per la lapidazione. Questo è quello che ho pensato finito il libro di Matteo Cellini, uno dei libri più belli che abbia mai letto su questo malessere chiamato

:o
besità.
E’ un po di tempo che utilizzo i suoi metodi per sopravvivere in bagno;allo specchio, tutto il viso lo guardo solo di sfuggita e all’immagine mossa che me ne viene applico una specie di Photoshop mentale,per farmela diventare accettabile“, queste sono alcune delle considerazioni di Caterina , diciassettenne di Urbania, ragazza sensibile e intelligente, che sopravvive alla sua obesità usandola come uno scudo,come  il vestito di un super eroe della Marvel che una volta indossato, tiene tutto il Mondo fuori. A scuola , nel banco in fondo all’aula condivide una grande amicizia con Anna, l’unica che sembra volerle bene a prescindere, come la prof Mazzantini che con lei instaura un rapporto speciale, fatto di Letteratura: Federico Tozzi, Luigi Pirandello… Ma forse anche i romanzi sono scudi, sia per l’alunna che  per  la sua prof  che sembra uscita dalla penna di Walt Whitman, prima di svegliarsi anche lei in un letto vuoto perchè il famoso Capitano, Mio capitano è fuggito con una donna più giovane.. Poi c’è la famiglia di Caterina , tutti rigorosamente oversize: Alberto Rossi, imbianchino che sognava di fare il pittore,mamma casalinga che vive all’ombra di quest’uomo fin troppo silenzioso,il fratellone Gionata, sempre indaffarato con le sue sceneggiature , l’unico a cui la pinguedine sembra scivolare addosso come le cattiverie della gente e infine Oscar, il più piccolo della famiglia Rossi, anche lui si è inventato un supereroe “Ungho” che lo tiene lontano dalla crudeltà degli altri bambini. Il disagio che provoca la condizione di obeso è analizzato da Cellini  a trecentosessanta gradi, grazie ad un linguaggio scevro da luoghi comuni e originale veniamo catturati dalla vicenda di Caterina, alla fine l’amiamo come Anna l’Annoievole amica di sempre. Verrete sorpresi e sconvolti dal gesto folle che deciderà di fare ad un certo punto Caterina e sarà proprio il modo che la ragazzina adotterà per farla finita a rilevare a tutti noi lettori il dolore che si prova quando ti lanciano una pietra grande e aguzza come la parola : GRASSO.
di Luigi De Rosa

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