Catenàccio
Derivato di catìna ‘catena’, perché anticamente le porte si chiudevano con catene.
Sostasntivo maschile.
1. Sbarra di ferro che scorre in anelli infissi nei battenti della porta per chiuderla: mettere il catenaccio; chiudere con il catenaccio. Sinonimi: chiavistello, paletto.
(estensione) La parte scorrevole della serratura.
2. (sport) Nel calcio, tattica di gioco esasperatamente difensiva: fare, applicare il catenaccio.
3. (figurato, scherzoso) Automobile vecchia e malridotta; macchina, oggetto in cattivo stato.
4. Nel gergo giornalistico, scritta che si dispone sotto il titolo e il sommario di un articolo per illustrarne qualche particolare.
5. (antico) Grande cicatrice sul viso.
Aggettivo invariabile.
Che chiude, che blocca.
Asame catenaccio: nel linguaggio studentesco esame che, se non viene superato, impedisce la prosecuzione del corso di studi.
Decreto catenaccio: quello che, avendo finalità fiscali, viene emanato in modo da impedire manovre preventive tese a neutralizzarne l’efficacia.
Una (parola) giapponese a Roma
Bore [bor]
Voce inglese, in questa accezione forse dallo scandinavo antico bara ‘onda’.
Sostantivo maschile invariabile.
(geografia) Ondata che risale un fiume durante l’alta marea, tipica del Tamigi e di altri fiumi inglesi.
Fare catenaccio
Frase derivata dal calcio, indica l’adozione diun atteggiamento eccessivamente difensivo e volto unicamente a bloccare le azioni dell’avversario.
Non ti curar di lor, ma guarda e passa
Citazione errata dalla Divina Commedia, anche nella versione "Non parliam di lor, ma guarda e passa", e diventata oramai luogo comune.
La versione corretta è "Non ragioniam di lor ma guarda e passa".
Ha assunto il significato di non perdere tempo con persone per le quali non vale nemmeno la pena di spendere parole di biasimo.
Ce l’ha segnalato Adalia.