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Catricalà in Vigilanza: ''Più trasparenza su come vengono spesi i soldi del canone dalla Rai, per il quale ragioniamo su un'imposta generale sui media"

Creato il 01 agosto 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Catricalà in Vigilanza: ''Più trasparenza su come vengono spesi i soldi del canone dalla Rai, per il quale ragioniamo su un'imposta generale sui media Il nuovo contratto di servizio fra Rai e ministero dello Sviluppo economico sui compiti di servizio pubblico che la Rai deve svolgere sarà un contratto "diverso dai precedenti, perché consentirà di verificare gli adempimenti della Rai. Verifica sulla quale l'Agcom ha avvertito fino ad oggi delle difficoltà".
A sottolinearlo, nel corso dell'audizione nella commissione parlamentare di Vigilanza Rai, è il vice ministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà che ha fatto sapere a deputati e senatori di aver inviato ieri sera, d'intesa con il ministro Zanonato, lo schema di contratto da loro predisposto al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, "con l'auspicio che la risposta positiva possa arrivare in tempi brevi".
Catricalà, in questa occasione, ha rimarcato l'importanza della definizione del ruolo di servizio pubblico. Definizione cruciale soprattutto in vista della scadenza della concessione il 6 maggio 2016 e del necessario rinnovo per il quale la consultazione pubblica aperta e triennale realizzata dal Regno Unito è da considerare un esempio da seguire. "Un momento partecipativo" la cui prova sarà appunto il prossimo contratto di servizio (che sarà sottoposto al parere della Vigilanza a settembre prossimo) ma che ha già visto concludersi "in questi giorni una preventiva, ridotta e informale consultazione: 30 dei 45 soggetti interpellati (i due terzi) - ha detto Catricalà - hanno inviato le proprie osservazioni per iscritto sui contenuti del contratto vigente per il triennio 2010-2012".
"Non abbiamo infatti ritenuto di mettere a consultazione uno schema del futuro contratto per rispettare le competenze del Parlamento e in particolare quella di questa Commissione. I soggetti consultati sono stati le associazioni degli operatori e degli autori dell'audiovisivo, dell'emittenza, dei consumatori e degli utenti anche con sensibilità sulla tutela dell'immagine femminile, le parti sociali, Confindustria, il Consiglio Nazionale degli utenti e i Corecom".
"Da tutti questi soggetti - ha informato il vice ministro - sono pervenute proposte intelligenti, interessanti e stimolanti, molte delle quali coerenti con le misure di semplificazione, di verificabilità degli obblighi e di trasparenza che intendiamo inserire nel nuovo schema di contratto. E molte di queste osservazioni sono state considerate nell'ambito del nuovo testo di contratto". Inoltre, "abbiamo ritenuto utile e opportuno sentire qualificati pareri e suggerimenti per dare al provvedimento un assetto più funzionale e più snello per semplificarne e meglio comprenderne la lettura secondo una logica di discontinuità per alcuni aspetti più formale che sostanziale. Ritengo infatti che la definizione e l'elencazione degli obblighi di servizio, basate su impostazioni stratificatesi negli anni e ormai consolidate, siano in alcuni casi generiche e dispersive e ciò non consente agli organismi di controllo, in primis l'Autorità - ha ribadito - di verificare puntualmente l'adempimento dei compiti di servizio. E' infatti molto sentita, a livello generale, l'esigenza di rendere più trasparente il modo con cui vengono spesi i soldi del canone".
Catricalà si è soffermato poi, più in dettaglio, su ciò che caratterizzerà "in senso innovativo il prossimo contratto di servizio: saranno soprattutto le norme sulla trasparenza dell'attività Rai, sulla possibilità di consentire la più ampia verifica anche sui costi, sulla non discriminazione all'accesso da parte dei rappresentanti della società civile, sulla puntualità di una maggiore e migliore rendicontazione, sulla chiara riconoscibilità dei programmi di servizio per i generi predeterminati che consentano di contraddistinguere le attività finanziate dal canone da quelle finanziate dalla pubblicità".
Nel testo è anche prevista "una norma per rispondere alle esigenze di trasparenza sui costi relativi agli stipendi dei dipendenti della concessionaria pubblica, un tema già peraltro affrontato da questa Commissione, valutando anche una comparazione con quanto avviene negli altri Paesi in cui, come sempre, spicca per trasparenza la Bbc britannica. Per quanto riguarda gli altri contenuti, in linea generale, sono stati rivisti alcuni degli obblighi previsti nel precedente testo, anche a seguito di alcuni significativi contributi derivanti dall'esito della consultazione, nell'ambito delle possibilità offerte dal rapporto contrattuale con la Rai, sia per quanto attiene alla parte relativa alla programmazione e agli investimenti nella produzione audiovisiva e sia nella parte sull'innovazione tecnologica e all'alfabetizzazione digitale, come ho sottolineato in precedenza".
"Non riteniamo comunque - ha evidenziato Catricalà - che l'impostazione generale data al contratto e la rimodulazione di alcuni obblighi possa determinare un aggravio dei costi a carico della Rai. Per ragioni di rispetto verso la contraente Rai non posso in questa sede anticipare gli ulteriori contenuti più specifici del nuovo contratto. Non va infatti dimenticato che siamo in presenza di un atto negoziabile bilaterale previsto per legge, pur nell'ambito di un rapporto concessorio e a seguito di apposita concessione. Spero comunque che alla riapertura del Parlamento, dopo la pausa estiva, sia possibile trasmettere il testo condiviso alla Commissione di vigilanza. E siamo certi che la Commissione con il suo parere darà un contributo di revisione importante, che considereremo con rispetto e attenzione con l'obiettivo di recepirlo puntualmente".
“Per la Rai la questione del canone è una questione centrale, anche per lo sviluppo del futuro del sistema delle telecomunicazioni”, ha anche affermato Catricalà, aggiungendo: “In Europa si va abbandonando il concetto di canone a favore di una imposta generale sui media e questo potrebbe servire da faro di orientamento. Austria, Germania, Finlandia, Islanda, Svezia e Svizzera hanno previsto invece un canone come tassa a carico del nucleo familiare. Questo va incontro alla convergenza tecnologica perché si prescinde dal possesso dell’apparecchio per dire che si tratta di una imposta che riguarda i media in generale”. Osservando che i tema del canone “è molto dibattuto e anche molto studiato”, Catricalà ha ricordato che “in Grecia, per esempio, il canone si paga con la bolletta elettrica: un sistema facile a dire ma difficilissimo da realizzare”. “Il problema – ha sottolineato l’esponente di governo – è che poi questo canone deve servire a garantire il servizio pubblico. E' necessario porre rimedio all'"insopportabile livello di evasione del canone. Mi sono impegnato ad aprire un tavolo ad hoc – ha concluso Catricalà – però occorre prima firmare il contratto di servizio 2013-2015″.

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