C’è attesa per la pubblicazione del bando di gara per l’asta delle frequenze Tv. Pare si stia accumulando un po’ di ritardo. Cosa succede?
Siamo nei tempi. Noi avevamo l’impegno di mandare il bando all’Unione Europea. In particolare abbiamo dovuto mandarlo a due commissari, sia Almunia sia Kroes. Era un impegno che ho voluto e dovuto rispettare. A Bruxelles i tempi sono quelli: ci vuole un parere giuridico e ci sono esami tecnici. Quindi io penso che siamo in un tempo fisiologico di attesa e di istruttoria che non ci deve impensierire.
Quindi nessun timore?
Se dovremo sollecitare solleciteremo. Ma non mi allarmerei adesso, semmai, se non succede nulla, verso la fine di settembre. Abbiamo notizia che stanno chiudendo il loro parere e sembrerebbe anche irriguardoso fare un sollecito adesso. Poi, naturalmente, a prescindere dalla gara, c’è da fare un discorso generale sulla risistemazione dello spettro radioelettrico per vedere come si possono risolvere i problemi interferenziali che si sono manifestati finora.
E in questa prospettiva le tv locali sono le più penalizzate. Lei fin da subito ha promesso l’avvio di una interlocuzione fissa con il settore. Cosa è successo?
Siamo sempre in contatto con le tv locali. Anzi, questa mia gestione si è caratterizzata per la continua interlocuzione con gli operatori. Come tutti sanno, sullo sfondo c’è la vicenda della banda 700. Noi punteremo a garantire l’utilizzo comprimario della banda 700 tra tv e servizi di telecomunicazione. D’altra parte, però, non può essere di nuovo che l’agnello sacrificale saranno le tv locali perché loro rappresentano un valore pluralistico non facilmente sostituibile. Quindi speriamo anche attraverso l’innovazione tecnologica – penso al T2 – di risolvere molti problemi che si sono manifestati fino ad ora.
A proposito di DVB-T2: ci sarà un nuovo switch off?
Non ci pensiamo neanche lontanamente. Tanto per cominciare il T si continuerà a vedere comunque, nonostante si fosse sparsa questa idea. E’ come quando arrivò il colore: chi aveva la tv in bianco e nero ha continuato a vederla. Poi gradualmente incentiveremo il passaggio al T2, però senza alcuna spesa per i cittadini. Ci mancherebbe.
Ha firmato il bando 2013 per le misure di sostegno a favore delle Tv Locali?
L’ho già firmato e in questo momento è al vaglio della Corte dei Conti. In questo momento non vorrei che venisse pubblicato e non lo vorrebbero neanche gli operatori che fosse pubblicato oggi con il termine che scade il 15 di agosto. Aspettiamo che passi il mese di agosto per pubblicarlo verso la fine del mese, in modo da avere tutto settembre per preparare adeguatamente le domande.
Il settore TV guarda con preoccupazione al pensionamento dell’ing. Troisi e a quello prossimo dell’ing. Leone. Sono due figure chiave per la gestione altrettanti comparti delicati del dipartimento. Come e quando verranno rimpiazzati?
Sono due colonne del ministero. Troisi, intanto, quando è possibile lo utilizziamo come nostro consulente. Certo in particolari situazioni e per particolari esigenze, Leone penso che resterà fino a febbraio. Poi vedremo nel frattempo di fare qualche bella promozione. All’interno abbiamo professionalità importanti della dirigenza che aspettano da tanto tempo un riconoscimento.
Lei ha avuto parole di incoraggiamento per la transizione digitale della Radio. Perché questo avvenga serve il canale 13. Ci sono novità?
La trattativa con il ministero della Difesa si è interrotta tre anni fa. E’ chiaro che non possiamo lasciare questo canale integralmente alle loro necessità. Avremo la necessità di sfruttarlo in qualche modo anche noi. Chiederemo di rendercelo disponibile. Vedremo in che tempi e in che misura. Però, è un canale sul quale non abbassiamo il nostro livello di richiesta. Intanto il 12 è disponibile. Per esempio in Trentino la sperimentazione prosegue su questo canale. Quindi continueremo ad incentivare questo passaggio al digitale sulle disponibilità frequenziali che ci sono, ma chiarendo che cercheremo anche ulteriori disponibilità.
L’ultima domanda sullo scandalo Prism. Il varo del decreto Monti, nei mesi scorsi, ha dato ‘mano libera’ ai servizi segreti italiani in materia di dati personali. Di questo si parla poco. Dove vengono conservati questi dati?
Non c’è alcuna preoccupazione in Italia per quanto riguarda lo strapotere di qualche organismo rispetto ad altri. Il sistema delle garanzie è molto ben coordinato e la responsabilità politica risiede in un organismo che si chiama Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica al quale partecipa il consiglio, il Ministro della Giustizia, dell’Economia, dell’Interno, degli Esteri. Siamo nel cuore del governo, compreso ovviamente il MISE dal quale dipende un altro organismo di supporto alla conduzione della politica in materia. Quindi abbiamo sufficienti garanzie che quello che viene archiviato viene archiviato nel modo giusto ed è correttamente conservato.