Cattiva ragazza

Creato il 09 maggio 2010 da Viadellebelledonne

Alice è stata una donna bellissima, generosa e distratta, ha sempre vissuto disordinatamente tra droghe, prigione, eccessi di ogni tipo in un mondo che l’ha risucchiata quasi completamente e in cui la piccola Louise aveva un ruolo marginale, veniva dimenticata, messa lì dove capitava, spesso lasciata senza cibo.
Alice è Isabelle Doutreligne, un tempo modella contesa dai più grandi stilisti, e moglie di Bernard-Henri Levy.   E Louise, la sua figlia amata tanto e tanto male, è Justine Levy, che racconta in prima persona la storia di questo strano e viscerale rapporto.
La grande bellezza di Alice è ormai quasi soltanto un ricordo, c’è il braccio grosso e quel seno che le manca, ma le rimane un po’ dell’antica civetteria quando deve mostrarsi al dottor Toubib, nella clinica in cui è ricoverata e in cui sta consumando i suoi ultimi giorni.
Louise segue da vicino la malattia della madre,  deve prendersi cura di lei che sta morendo e della nuova vita che le cresce dentro.   Angèle sarà la copia perfetta della sua bellissima nonna, avrà gli stessi lineamenti delicati, sarà la replica di Alice.
Dopo la morte di sua madre Louise fruga in quel mondo disordinato e affollato che fu di sua madre, nella sua agenda:  Ci sono io, ovviamente, un po’ dappertutto con numeri d’albergo in cui non ricordo più di aver soggiornato, con numeri di compagni di scuola che non mi ricordo di aver frequentato.  Sono alla L, naturalmente, come Louise, alla G come gattino, alla C come cara , alla B come bellissima, e poi, in seguito, me ne ricordo, ero sul tasto 1 del suo cellulare, il piccolo telefono di cui era tanto orgogliosa e che non ha avuto il coraggio di buttar via. Lei, sul mio, era sul tasto 5, che vuol dire che c’erano quattro persone (Pablo, papà, mio fratello, mia nonna) che chiamavo più spesso di lei, con più urgenza, e anche quest’idea  mi devasta – cattiva ragazza, cattiva Louise, darei qualunque cosa oggi per farla risalire da 5  a 1 sulle chiamate rapide.
C’è in Louise una nostalgia dolorosa della madre prima ancora che lei la lasci per sempre e, dopo, si fa più intensa, ma deve convivere con il pensiero della bambina che le cresce in grembo.   Cosa devo dire al medico? Che ho sospeso gli antidepressivi e che non ci riesco? Che mia madre è morta e torna a trovarmi tutte le notti nello studio? Che di giorno oplà sono tutta allegra, il dolore viene soltanto di notte, è di notte che la mamma muore, di notte che la mamma agonizza, e mi sveglio e non è forse solo un incubo?   A Pablo ripeto che andrà tutto bene, ho solo bisogno che tu mi abbracci. sempre con il cappotto, sempre singhiozzante, ho tanta voglia di coccole, una dolcezza che duri sempre, lasciarmi andare , che tu mi gratti i capelli, che tu mi accarezzi le braccia, la spalla, la schiena, siamo molto tattili, noi, in famiglia, la mamma massaggiava così bene, anche papà, sempre una carezza, le dita, la nuca, anche le unghie, questo risolve tutto, abrade l”infelicità, anestetizza. ‘

Di Cattiva ragazza, terzo romanzo di Justine Levy, le Figaro scrive:  Questo libro, che è diverso da qualunque altro e arriva a scorrerti nelle vene, è uno dei più profondi, uno dei più belli che abbia letto negli ultimi anni.   Justine Levy è diventata immortale.

E Vanity Fair saluta l’autrice come la nuova Françoise Sagan.



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