Cattiva, sprecona mamma RAI
Creato il 18 ottobre 2013 da Oirpina
La recente discussione, avvenuta durante la trasmissione televisiva “Che tempo che fa” tra il conduttore Fabio Fazio e l’On. Brunetta, sulla opportunità o meno che la RAI comunichi pubblicamente i costi e le retribuzioni dei vari personaggi televisivi, nonché gli articoli su questo tema di vari giornalisti apparsi sulla stampa e le lettere ed i commenti di tanti Cittadini mi inducono a riproporre una mia lettera su questo argomento, inviata ai giornali il 04/02/2010, più che mai attuale.
Arcisate (VA) 16/10/2013 Martino Pirone
Ogni tanto qualche giornale prende l’iniziativa di informarci delle vergognose faccende che avvengono nel “grande carrozzone di mamma rai”. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda le laute retribuzioni ai partecipanti lo show televisivo del sabato sera ballando con le stelle. La consueta, ripetuta giustificazione che per avere un’audience elevata e poter competere con la concorrenza delle TV private occorre ingaggiare, per qualsiasi programma, personaggi famosi, preparati e graditi al pubblico, quindi occorre spendere molto. Questo vale per attori, conduttori, sportivi, opinionisti, presentatori ecc. ecc.
Io rispondo, e penso milioni di cittadini: UN CORNO, (chiedo venia per l’espressione) a me non interessa fare concorrenza alle TV private e non deve importare un bel niente neppure al Presidente della rai, all’Amm.re Delegato, ai Consiglieri e quanti altri, giacchè l’apparato funziona con le entrate dei canoni che noi (non tutti) paghiamo annualmente. Non avviene che se un programma ha scarsa audience noi possiamo chiedere la restituzione di una parte del canone.
Vorrei sapere come avvengono le assunzioni, gli ingaggi saltuari ed i contratti a tempo. Forse rivedendo i meccanismi e i modi con cui sono avviate queste collaborazioni, si può calmierare il mercato e spendere molto ma molto meno.
Poniamo il caso che la rai dovesse respingere le esose richieste dei vari big, cosa succederebbe? Questi opterebbero per la concorrenza. Bene, ma la concorrenza quanti ne potrebbe assorbire ? Ci sarebbe la saturazione dei big in quattro e quattr’otto.
Signori amministratori, se avete presentato un bilancio di previsione per il 2010 con un segno rosso di 118 milioni d’euro (cifra stratosferica per un’azienda), come vi sognate di elargire quasi un milione ad una persona, anche se si chiama Ron Moss, solo per vederlo ballare. E così per tanti altri personaggi delle più svariate trasmissioni che è inutile elencare. Avete mai chiesto a noi utenti pagatori se approviamo le vostre scelte ed i vostri modi di gestire la RAI ? Fate un sondaggio al riguardo. Volete una grande ed interessante audience ? Annunciate un dibattito televisivo con due o tre dei maggiori responsabili della rai, due o tre rappresentanti di associazioni dei consumatori e, a sorteggio, tre o quattro utenti rai o loro delegati.
In quell’occasione, oltre a spiegarci il perché ed il per come di tanti sprechi, dovete giustificare il perché di un organico di circa 12.000 (dodicimila persone) di cui 1700 (millesettecento) giornalisti e di questi ben 140 con la qualifica di direttore o vicedirettore. Inoltre l’esistenza di 11 testate informative, mentre la Bbc e la Zdf ne hanno una e la France TV e Spagna Rtve ne hanno due. Il colmo si raggiunge per il costo aggiuntivo che la Rai ha perchè, con un esercito di 1700 giornalisti, dipende per le notizie dall’ANSA che ha un organico di 600 giornalisti. Senza contare le cattedrali nel deserto delle sedi rai regionali che, ad eccezione di quelle cinque o sei più importanti, sono sproporzionate all’uso necessario. Cari lettori è abbastanza? Tutto questo con la complicità, la connivenza, la correità, il favoreggiamento dei due principali partiti politici e la spartizione tra di loro del potere sul “grande carrozzone”
Gente, svegliamoci. Cordiali saluti.
Martino Pirone – 04/02/2010
P.S.
Per favore la smettano di prenderci per i fondelli dicendoci le fandonie sulla legge di mercato e che quelle retribuzioni provengono dalla pubblicità. Riducessero pure la pubblicità così noi risparmieremmo sul costo dei prodotti.
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