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Interessante post tratto da ilcalcioedellagente.it il sito di riferimento del Community Club Cava United FC e dell'associazione di tifosi Sogno Cavese.
Un giorno capitò che sui campi polverosi delle categorie inferiori del calcio italiano, gli spalti si popolarono all’inverosimile. Quello che era inimmaginabile solamente cinque anni fa, senza andare troppo lontano, non è un sogno, sta già capitando. Il processo di svuotamento degli stadi è in atto da un bel po’ di tempo e diventa inarrestabile nella misura in cui, in maniera puntuale, arrivano ormai sempre più frequentemente le condanne della cosiddetta giustizia sportiva, riguardo alle faccende del calcio scommesse. E’ uno dei motivi, ma non è l’unico purtroppo.
Gli evidenti segni di ribellione a questo stato di cose si rendono necessari poiché, oltre ai divieti, alle leggi speciali e ai vari esperimenti di divisione dei settori (vedi Roma), il vero punto di domanda è sulla reale motivazione del perché esistono e vivono le società di calcio: un enorme carrozzone, dove il lecito convive con l’illecito. Negli anni, in maniera graduale, era inevitabile la reazione alle continue prese in giro perpetrate nei confronti della passione di milioni di persone. C’è chi resiste ed è da rispettare perché le motivazioni sono le più nobili del mondo, c’è chi ha abbandonato la nave e non vuole saperne più di pallone (e come dargli torto) e c’è chi, pur continuando ad amare perdutamente quella che è la sua squadra del cuore, ha deciso di rifondare il calcio dal basso.
Diverse le situazioni che si sono create negli anni per questi ultimi: c’è chi ha deciso di farlo insieme agli amici di sempre (quelli che puntualmente ogni domenica allo stadio si ritrovavano al solito posto per anni), in taluni casi proprio con quelli della curva; c’è chi lo sta facendo insieme agli amici nuovi incontrati nella condivisione di queste idee. Non è un sogno, sta già capitando.
Per la verità, crediamo fortemente che i percorsi intrapresi in molte realtà italiane, possano camminare insieme: in fondo chi oggi continua a sostenere la propria squadra e chi ha deciso di “reagire”, sono mossi dalla stessa passione e probabilmente calcio tradizionale e calcio partecipato dal basso potrebbero iniziare un confronto proprio dai tifosi.
Nel nostro caso ci sono già degli esempi di alcuni ragazzi che il sabato sono presenti sul campo di periferia a sostenere quello che è un vero e proprio laboratorio sociale, mentre la domenica sono presenti in curva a sostenere la squadra del cuore. La libertà che oggi vive il calcio delle serie inferiori è un patrimonio da difendere a tutti i costi, i valori che esprimono le realtà dei vari territori delle province dello stivale sono il vero motore della passione popolare e noi che le stiamo vivendo possiamo confermare che a questi livelli si respira un profumo che non respiravamo più negli stadi in cui giocava la nostra amata. La nostra è una sfida storica, probabilmente la più difficile da affrontare: sostituire l’interesse con i valori, trasformare l’atteggiamento della gente da passivo a proattivo. E’ una sfida storica e richiederà del tempo, ma è una sfida che si rende necessaria visti i tempi che viviamo. E’ il calcio che vogliamo. E non solo.
* Cava United, in collaborazione con l'associazione d promozione sociale Sogno Cavese, ha lanciato la sua prima campagna di crowfunding con l’intento di raccogliere dei fondi per l’acquisto di un defibrillatore (DAE) semi-automatico da donare a tutto il movimento associativo e sportivo in cui sono coinvolti, e contestualmente avviare una campagna di sensibilizzazione e formazione sul primo soccorso tra i soci.
LINK http://infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it/2015/12/un-defibrillatore-per-cava-unitedvideo.html