Cavallo italiano

Creato il 19 febbraio 2011 da Dallenebbiemantovane

A me Benigni - visto solo ieri su Rai News, che lo ha mandato in onda integralmente e ripreso più d'una volta - è piaciuto, e anche se mi vergogno ad ammetterlo, mi ha fregata anche stavolta: quando ha cantato l'inno nazionale mi sono commossa. Oddio, io tendo a commuovermi anche se lo canta Cannavaro, per cui figurati Benigni che lo cantava come se l'avesse composto lui in quel momento...
Bella anche la citazione de La vita è bella, però cacchio, come là - monumento imperituro all'idiozia del razzismo - c'era il cavallo pitturato di verde con la scritta cavallo ebreo, qui non ci sarebbe stato male un cavallo tricolore (o con tricolore appoggiato sopra) e la scritta cavallo italiano.
Sempre a Rai News, ieri sera Corradino Mineo commentava la performance dell'attore - e, in contemporanea, l'evoluzione della situazione in Egitto, Libia e altri Paesi arabi caldi - con gli storici Franco Cardini ed Emilio Gentile. Particolarmente interessanti le opinioni espresse da quest'ultimo, in merito all'unità d'Italia.
Mi hanno fatto pensare che il grande fallimento del nostro Paese, o forse basterebbe dire della scuola di questo Paese, è non aver saputo comunicare cos'è stato il Risorgimento, al di là della retorica, così che ora qualsiasi imbecille seduto comodo comodo sulla sua poltrona può permettersi di sbeffeggiare Garibaldi come utile idiota o di ridurre Cavour a puttaniere al soldo dei francesi.

Dico solo un'altra cosa, e poi vado a letto: sarebbe ora che gli italiani accettassero la loro storia e ci venissero a patti. Smettiamola di fare la storia con i se: lo so anch'io che sarebbe stato più bello avere subito una bella repubblica come sognava Mazzini, o un bello Stato federale supermoderno come auspicava Cattaneo.

Accontentiamoci di costruire un'Europa federale.

E, intanto che ci siamo, accettiamo il fatto di aver avuto una monarchia del piffero, una dittatura fascista, i patti lateranensi mai rinnegati, cinquant'anni di Dc, il terrorismo, l'attuale telecrazia e di aver mandato al potere Berlusconi mediante libere elezioni.

Solo smettendo di negare l'evidenza, si può superarla.


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