“Il nostro obiettivo prioritario per l’anno prossimo è ovviamente quello di riconfermarci in Italia e dimostrare che la differenza tecnica tra i club italiani e quelli stranieri non è così ampia come invece i risultati, soprattutto di Challenge Cup, degli ultimi anni lascerebbero pensare. Non dico ovviamente che passeremo il turno, ma che potremo toglierci soddisfazioni questo di sicuro. Tornare in Europa con lo scudetto sul petto è una responsabilità in più, perché bisogna dimostrare che il campionato italiano si è sì ridimensionato dopo la creazione delle due squadre per il Pro12, ma sta crescendo e sta valorizzando i giovani italiani. Valorizzare i giovani significa non mandarli in Europa come carne da macello, ma metterli nelle condizioni di poter arrivare a giocare al livello che l’Amlin Challenge Cup richiede.
“Per questi motivi in coppa andremo sempre con la formazione migliore, e spero lo facciano anche le altre tre squadre italiane, anche sacrificando qualche interesse riguardo al campionato. Se le squadre italiane non saranno competitive, penso che la Erc dovrà prendere posizioni dure nei confronti dei club. Essere competitivi significa giocare sempre con la squadra migliore, dimostrare mentalità. Gli aiuti che la Fir dà alle squadre che giocano in Europa non sono soldi a fondo perduto, ma devono trasformarsi in un lavoro per la crescita del movimento. Penso che la crescita del rugby italiano passi necessariamente da questo punto”.
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