Detesto lasciare le cose a metà, almeno quelle che mi piacciono. E il Risorgimento di Tenebra mi piace, nell’incarnazione che io gli ho dato: Cavour Cacciatore di Vampiri.
Ma andiamo con ordine.
Cos’è il Risorgimento di Tenebra?
È il Risorgimento della storia italiana, contaminato da elementi horror classici: vampiri, zombie, licantropi, streghe, etc…
Questa, l’unica condizione dell’ambientazione.
Il progetto non è mai stato chiuso e ha coinvolto, finora, un discreto numero di partecipanti, che hanno prodotto blog novel, come il sottoscritto, o eBook distribuiti gratuitamente, sui rispettivi blog. La lista completa la trovate QUI, oppure sulla pagina ufficiale su facebook, QUI.
Cos’è Cavour Cacciatore di Vampiri?
In breve, è l’Ottocento unito ai Rammstein. Non saprei descriverlo in maniera più appropriata. L’idea di Cavour che si mette a cacciare le creature della notte è derivata da Abraham Lincoln Vampire Hunter, di Seth Grahame-Smith.
La maggior parte dei dettagli legati a questa storia e delle scelte stilistiche, nonché delle regole che mi sono imposto per portare avanti la blog novel, le trovate in questo articolo.
Nel post qui presente, invece, vista l’intenzione di riprendere a scrivere per dare degna conclusione alle avventure del Conte, fornisco una sinossi degli eventi fin qui narrati, in modo che il prossimo capitolo a essere pubblicato, il XV, non risulti troppo estemporaneo.
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La storia è divisa in due linee temporali diverse, distanti 9 anni, il 1835 e il 1844, Cavour quindi è sia venticinquenne che trentaquattrenne, si trova a Parigi e in patria, in Piemonte.
Il 1835 rappresenta il ricordo del viaggio di formazione all’estero, che avrebbe dovuto condurre il Conte fino in Inghilterra, ma che l’ha visto trattenersi in terra francese perché protagonista suo malgrado dell’incontro che ha sconvolto la sua esistenza e la percezione della realtà: un vampiro l’ha contattato, facendo scempio delle prostitute con cui, insieme al suo amico Pietro, s’era appartato, contagiando la propria, Germaine, di una strana sete di sangue e donandole, al tempo stesso, una forza prodigiosa.
Il 1844 vede Cavour tornato in patria, anticipato da una fama spettrale, legata alla presenza di Germaine e a certe vicende delle quali, nel corso degli anni, il Conte s’è reso protagonista, nella sua caccia ai mostri occulti.
A Leri, in una chiesa, viene rinvenuta una giovane contadina del luogo, morta qualche giorno prima, poi risorta. Nei confronti della giovane, Cavour e Pietro non dimostrano pietà, squartandone il corpo e dandole la pace.
Piero Maroncelli, capo carbonaro, contattato dal Conte per indagare circa la ricomparsa di fenomeni sovrannaturali, indirizza il Cacciatore verso Torino, dove, a quanto sembra, una creatura dal passato sta rendendo le proprie vittime vampiri, quasi fosse un messaggio di sfida.
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A Parigi, 1835, nel frattempo la vendetta è l’unico motore dell’agire del Conte, Pietro e Germaine, che frequentano bordelli e sordide bettole per risalire alle tracce dell’essere che li ha attaccati. Cavour intuisce che il vampiro camuffa, in qualche modo, la sua presenza ai sensi umani, e che per vederlo ancora, a meno che esso non scelga nuovamente di mostrarsi, è necessario agire sotto l’influsso di sostanze stupefacenti, come l’oppio.
Durante notti travagliate, fatte di freddo e sudore, dopo aver fumato, Cavour incontra una bambina vampiro, la stessa che accompagnava il mostro che ha cagionato questa sua nuova esistenza, la psiche mostruosa che la divora, le orride fatine di cui si circonda. Come aveva intuito, è stata la piccola a decidere di mostrarsi, perché ha scelto lui e Germaine, alla quale ha concesso il dono, per uno scopo ben preciso che ella tarda a rivelare.
Nel frattempo, dieci anni dopo, a Torino, Cavour incontra il Re, a cui confida le sue preoccupazioni, e la direttrice occulta, che lui chiama la Dama d’Oriente, del Museo Egizio, la quale, ben conoscendo le attività di Cavour nel corso degli ultimi anni, tenta un abboccamento, che culmina in una notte di passione, onde ottenere uno scambio d’informazioni proficuo circa la scienza arcana che entrambi ricercano.
Durante il soggiorno torinese, Germaine viene rapita, e il Re assassinato. E se quest’ultimo evento cela la nefasta influenza dello Stato della Chiesa, il rapimento appare opera della Dama d’Oriente. Cavour e Pietro si dirigono perciò al Museo, per trovarvi egizi addobbati nello svolgere un rituale antico, attorno a un vecchio sarcofago. Le creature svolazzanti, sotto forma di fatine deformi che infestano le fogne sotto il museo, non lasciano dubbi, trattasi di quel vampiro che, dieci anni prima, i nostri si sono trovati ad affrontare.
le fatine…
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Ed eccoci qui, nel 1835 Cavour si appresta a distruggere un potente vampiro, nel 1844, forse, quello stesso vampiro è lì ad attenderli, ancora una volta.
Spero che questo resoconto vi risulti utile, nonostante abbia volutamente celato alcuni dettagli, perché nulla come la lettura può lasciarvi apprezzare appieno (si spera) questo racconto.
Se volete, quindi, Cavour vi dà appuntamento tra dieci giorni da ora, per continuare la sua epopea.
Alla prossima.