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CAVOUR E IL DIRITTO: Alcune considerazioni sulla questione della moschea di Genova.

Creato il 16 aprile 2012 da Giuliano @giulianofalco
Editoriale tratto dal sito http://www.ildialogo.org/
di RENATA RUSCA ZARGAR
Sono solo un’osservatrice della questione della moschea di Genova, in quanto moglie del Presidente della Comunità dei musulmani della Liguria, dottor Zahoor Ahmad Zargar. Ho, dunque, assistito al fatto che, raccogliendo per molti anni il denaro delle offerte, i fedeli siano riusciti a comprare un luogo dove, in seguito, erigere una vera moschea (per non usare più i soliti magazzini o garage), ristrutturando un vecchio edificio dismesso. Dopo di che, un architetto italiano ha predisposto un progetto, secondo le regole di questo paese, e l’ha presentato in comune, sempre secondo le vigenti leggi.


Da quel momento, però, sono sorti infiniti problemi: la cittadinanza, capeggiata da alcuni sacerdoti (!) ha espresso parere negativo sulla costruzione di una moschea nel quartiere dell’edificio deteriorato. Negli anni, allora, i musulmani, civilmente, hanno atteso e preso in esame varie altre soluzioni ove spostare tale costruzione, dimostrandosi disponibili a scambiare la loro proprietà con l’uso di un altro sito suggerito dal comune, fino ad arrivare alla proposta comunale di erigerla nella zona denominata Lagaccio. Le discussioni erano state lunghissime, il sito sembrava adatto anche per il degrado evidente dell’area che così sarebbe stata bonificata e abbellita. Ma, in conclusione di mandato, la maggioranza comunale ha fatto retromarcia e ha rimandato alla nuova giunta l’individuazione di un altro sito.


Mi viene spontaneo domandarmi, prima di tutto, come si possa, in un paese che si definisce libero, non permettere a qualcuno di costruire o ristrutturare un edificio, quando lo si faccia in osservanza alle leggi di questo stesso paese. Certo, l’osservanza delle leggi di questo paese deve essere il primo obiettivo assoluto ma, se questo avviene, in base a quali argomentazioni si può impedire a qualcuno di edificare, quale ne sia la destinazione (purché non vada contro le leggi vigenti) se lo fa con progetti idonei e con il proprio denaro?


Non credo di essere in errore se definisco l’Italia razzista, quando succedono fatti di questo tipo e non riesco a vedere la differenza con altri drammatici momenti storici se si può impedire a qualcuno (minoranza denigrata) di comportarsi come possono, invece, fare tutti gli altri. Forse che è stata mai impedita la costruzione di una chiesa o di un qualsiasi caseggiato?


In ogni occasione, ci riempiamo la bocca con la memoria, ad esempio, delle leggi razziali del 1938 e della deportazione-eliminazione di ebrei, zingari, omosessuali. Ricordare perché non si ripeta: che significa? Allora i musulmani non c’erano in Italia, altrimenti avrebbero fatto lo stesso identico percorso. Non si chiedono, forse, anche oggi treni e ambienti separati per gli extracomunitari? Se non abbiamo le capacità di mandarli in campo di concentramento, possiamo sempre farli affondare con i loro barconi nel mare…


Non voglio ribadire neppure il solito discorso del bisogno delle popolazioni migranti a causa sia dello sfruttamento coloniale europeo che del loro attuale depredamento - in fondo ognuno di noi non si sente colpevole di questi fatti-, ma quali sono i motivi di tanto livore razziale?


a) I musulmani, in particolare, danno fastidio perché non sono cristiani? In un mondo di atei e indifferenti, è difficile crederlo ma, soprattutto, penso che la verità cristiana sia sempre di pace, amore, accoglienza, e davvero non la riconosco in questi atteggiamenti.


b) Sono brutti, forse? Può darsi, ma, a dire il vero, anche gli italiani (specialmente al nord) non brillano per canoni estetici. Puzzano? Può darsi, ma allora sarebbe una ragione in più per lasciarli pregare: prima di farlo, infatti, devono lavarsi, il Corano ha prescritto anche molte regole igieniche.


c) Non sono di casa nostra? E’ vero, oggi il mondo è aperto e noi, che vorremmo solo la circolazione delle materie prime e delle merci che portiamo via dagli altri paesi, dobbiamo assistere anche alla circolazione delle persone che, schiacciate nella loro terra dal bisogno, dalle guerre (per caso l’Italia non è un paese forte esportatore di armi?), dalle dittature (ben protette dall’Europa per poter continuare ad avere materie prime a buon prezzo), cercano una vita migliore per sé e i loro figli.


d) Sono terroristi! Non c’è dubbio che alcuni extracomunitari delinquano in varie forme (proprio come i nostri malavitosi e quelli di tutto il mondo) e che possano anche essere preda di atteggiamenti terroristici fomentati dalle lunghe e invalidanti ingiustizie perpetrate nei loro paesi. Forse, alcuni di loro vanno ancora a pregare, come alcuni nostri ladri e corrotti si mostrano in prima fila in chiesa. Ma come non si rade al suolo la chiesa dove vanno a pregare mafiosi e criminali, non si può neppure impedire alla stragrande maggioranza delle persone per bene di fare una vita normale.


e) Trattano male le donne? Alcuni sì, ma non certo perché glielo insegna la religione, proprio come da noi visto che il Cristianesimo non ha certo autorizzato a terrorizzare, violentare, stuprare, uccidere, eppure succede con grande frequenza. L’unico rimedio per questi orrori di tutte le società è l’educazione e non la privazione dei diritti, altrimenti le donne saranno sempre succubi e mai potranno alzare la testa.


Senza andare a disturbare la Costituzione ( Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali) e la Dichiarazione Universale dei diritti umani (Art. 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza) che, in fondo, conosciamo poco e che citiamo solo quando ci pare, nel nostro cuore, crediamo davvero che gli uomini, tutti, siano di pari diritti?
A noi “buonisti” gli extracomunitari piacciono quando ci vendono i fazzoletti per la strada: così ci dimostrano la sudditanza, la schiavitù, ci rendono felici del nostro benessere = superiorità. Ma, se per disgrazia vogliono essere umani come noi, vogliono stare bene, vivere una vita di prosperità, cultura, soddisfazione, vogliono che i loro figli siano (ahi!) proprio come i nostri, allora sorge spontaneo un sussulto: “ma perché non se ne vanno a casa loro?”.
Quindi, di chi è il mondo? Chi sono i buoni cristiani che sostengono Gesù abbia diviso la terra tra i simpatici e gli antipatici (brutti, sporchi, puzzolenti, che non devono avere nulla)? O forse gli atei che, magari, si ispirano all’Illuminismo che già aveva sostenuto (nel 1700!) che gli uomini sono tutti uguali in quanto hanno la ragione?


In questo periodo oggettivamente tanto difficile, purtroppo, non esiste nessun politico visionario. Un tempo, Cavour seppe immaginare uno staterello che diventava il Regno d’Italia, al di là di ogni ragionevole sogno. E vinse!
Oggi Cavour saprebbe vedere il sorgere di una moschea come un faro di civiltà coniugando: 1) prospettive di lavoro nella costruzione di una grande opera 2) riqualificazione di un quartiere che ne ha assai bisogno con aumento dei prezzi delle case (e non il contrario) 3) centro culturale aperto a tutti, luogo di conferenze, incontri, classi scolastiche in visita, corsi di cultura di tanti e diversi paesi per tutti, giardino, giochi per tutti i bambini 4) crescita turistica di tutta la città: da quanti luoghi d’Italia e fuori verrebbero a vedere la nuova e moderna costruzione?
Ma Cavour è morto per sempre (chi lo sa quanto si starà rivoltolando nella tomba a vedere i nostri politici!) e il diritto non è che un gioco.


RENATA RUSCA ZARGAR

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