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CCSVI, ulteriori conferme scientifiche sulla sua validità

Creato il 28 febbraio 2012 da Yellowflate @yellowflate
CCSVI, ulteriori conferme scientifiche sulla sua validità
La CCSVI al centro dell’attenzione del meeting annuale della Società Internazionale
per le Malattie Neurovascolari a Orlando in Florida.

Bologna. A Orlando in Florida scienziati provenienti da tutto il mondo si sono riuniti la scorsa settimana per far progredire le conoscenze e la collaborazione in una zona critica della medicina e della scienza – le malattie neurovascolari. Nel corso degli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente una nuova strada di ricerca sul coinvolgimento venoso in malattie neurovascolari che vanno dalla Sclerosi Multipla al morbo di Parkinson. Al centro dell’attenzione mondiale  è stata la CCSVI, insufficienza venosa cronica cerebro spinale, per la sua potenziale correlazione con quelle e molte altre malattie.

La CCSVI si riferisce al flusso ridotto di sangue dal sistema nervoso centrale alla periferia. È stato ipotizzato che questo restringimento delle vene limiti il flusso del sangue dal cervello, alterando il drenaggio del cervello, e possa contribuire alla lesione del tessuto cerebrale che è associata alla SM e ad altre malattie neurovascolari.
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Tuttavia, mentre la CCSVI ha generato un forte interesse tra i pazienti con SM in tutto il mondo, sono ancora in corso studi scientifici indipendenti per trovare un’associazione con la SM, per determinare definitivamente se la condizione è associata a queste malattie, nonché per determinare i metodi migliori per la diagnosi ed il trattamento. Sono stati questi tra i temi principali discussi al meeting annuale di febbraio della Società Internazionale per le Malattie Neurovascolari ad Orlando in Florida.

Sono intervenuti alla conferenza stampa: il Presidente dell’ISNVD prof. Robert Zivadinov, docente di neurologia presso l’Università di Buffalo; il prof. E. Mark Haacke, ricercatore globale; il prof. Michael D. Dake, Direttore della Radiologia Interventistica presso la Stanford University; il prof. Paolo Zamboni, Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara in Italia e padre della CCSVI; Il Dr. Marian Simka Marian, Neo-presidente, responsabile di una clinica vascolare a Pszczyna in Polonia; il Dr. David Hubbard, Presidente della Fondazione di Ricerca Hubbard fMRI. Alcuni degli argomenti principali comprendevano:

Stabilire degli standard per l’utilizzo di diverse modalità di immagini per la diagnosi della CCSVI:
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Gli standard per stabilire i metodi migliori per individuare le anomalie nelle vene sono ancora largamente carenti. L’ISNVD (Società Internazionale per le Malattia Neurovascolari) sta assumendo un ruolo di primo piano per stabilire il valore delle diverse modalità di immagini per la diagnosi della CCSVI. Viene data particolare attenzione per raggiungere un consenso sulle immagini non invasive e invasive delle anomalie venose extra-e intra-craniche. Tra le altre, sono state discusse le seguenti modalità della diagnostica: ecografia, venografia a risonanza magnetica, venografia con catetere ed ecografia intraluminale. È stato determinato che l’uso della diagnostica multimodale è il primo grande passo verso la creazione di una serie di standard da utilizzare per lo screening, così come per la valutazione pre-e post-trattamento dei pazienti con CCSVI;

E’ stato presentato un nuovo dispositivo per la valutazione rapida non invasiva del ritorno venoso cerebrale: uno strumento ideale per lo screening della CCSVI tra i pazienti affetti da malattie neurodegenerative, conosciuto come pletismografia cervicale. È anche utile e conveniente per controllare il risultato di trattamento endovascolare di CCSVI dopo l’operazione.

L’effetto dell’emodinamica sull’adesione dell’endotelio e sulla permeabilità: è stato ampiamente discusso il ruolo del flusso venoso anomalo nelle malattie neurodegenerative e nell’invecchiamento. Sono state presentate nuove informazioni sull’effetto dell’emodinamica sull’adesione dell’endotelio e sulla permeabilità nei modelli in vitro e in vivo. In particolare, un gruppo della Lousiana State Univeristy ha presentato i primi esperimenti su modello endoteliali della CCSVI. E’ stato ampiamente discusso il ruolo del danno endoteliale nella sclerosi multipla, morbo di Parkinson, sindrome di Sturge-Weber, idrocefalo normoteso e nell’invecchiamento;

La valutazione del flusso del liquido cefalorachidiano (CSF) nei pazienti con sclerosi multipla tramite la risonanza magnetica a contrasto di fase MRI:

Sono stati presentati su questo argomento diversi studi originali. È stato riportato che potrebbe essere possibile discernere i casi con flusso del CSF anormale e confrontarlo con la presenza di una stenosi o di un flusso venoso anormale della giugulare. Inoltre, è stata dimostrata la rilevanza clinica di un flusso anomalo del CSF nei pazienti con sclerosi multipla;

Valutazione con risonanza magnetica del flusso venoso attraverso vene giugulari interne:

Diversi studi hanno dimostrato che i valori di flusso in soggetti affetti da diverse malattie neurologiche che si presentano con stenosi morfologiche, sono differenti da quelli senza stenosi e dai controlli sani. Si è concluso che la valutazione del flusso venoso mediante risonanza magnetica possa rappresentare un potenziale biomarcatore per la diagnosi di anomalie venose legate a malattie neurologiche.

Perfusione, ipossia, ischemia e riperfusione: Sono stati presentati una serie di studi innovativi sulla perfusione, ipossia, ischemia e di riperfusione, nonché sul ruolo fisiologico del letto capillare e su ciò che possa causare un suo malfunzionamento;

La valutazione del contenuto anomalo di ferro nella materia grigia profonda dei pazienti con sclerosi multipla e altre malattie neurologiche.

Il contenuto aumentato di ferro può servire come biomarcatore per la progressione della malattia. I recenti progressi nella misurazione del ferro con le immagini di suscettibilità bilanciata (SWI) e altre tecniche di immagini basate sulla rilassometria hanno rivelato che c’è un eccessivo deposito di ferro nei gangli basali nella SM. Sono stati discussi i meccanismi che portano al deposito anormale di ferro, nonché sui primi studi genetici su varie mutazioni di polimorfismi a singolo nucleotide di vari geni correlati al ferro. È stato dimostrato che il ferro è già presente al primo attacco clinico nei pazienti con sclerosi multipla;

Sicurezza ed efficacia dopo il trattamento endovascolare per la CCSVI nei pazienti con SM:

E’ stata dedicata una grande attenzione a descrivere le considerazioni metodologiche su come eseguire studi clinici e misurare i risultati correlati al trattamento dei disturbi neurologici, con particolare attenzione per la SM. Uno degli obiettivi primari dell’ISNVD è quello di incoraggiare approcci sicuri ed etici nella progettazione di nuovi studi clinici che indaghino questa parte importante del puzzle. E’ di fondamentale importanza per valutare il recupero dei pazienti dopo l’angioplastica. Questa ricerca affronta tale questione e parla dei potenziali benefici offerti dal trattamento del problema venoso.
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A proposito dell’ISNVD

La Società Internazionale per le Malattia Neurovascolari è un’associazione professionale non-lucrativa fondata nel 2010 composta da medici, scienziati, fisici, tecnologi e ricercatori di tutto il mondo che sono preposti a promuovere lo sviluppo della ricerca per le malattie neurovascolari correlate, tra cui l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI). La Società terrà dei meeting scientifici annuali e promuove workshop didattici e scientifici. L’ISNVD è dedicata alla promozione a livello internazionale della comunicazione, ricerca, sviluppo, applicazioni e alla disponibilità di informazioni sulle malattie neurovascolari e neurodegenerative affini come la sclerosi multipla. La CCSVI è un’anomalia segnalata nel drenaggio del sangue dal cervello e dal midollo spinale che potrebbe contribuire al danno del sistema nervoso nella SM. Questa ipotesi è stata avanzata dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara in Italia, attuale membro dell’ISNVD e suo Past-president, che ha pubblicato i suoi risultati iniziali nel giugno del 2009 e che continua ad essere in prima linea nella ricerca sulla CCSVI.
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