Fra una settimana esatta, saremo alle prese con il primo responso di Euro 2012. Domenica 10 giugno la Nazionale esordirà nel torneo contro la Spagna campione d’Europa e del mondo in carica. Dunque fra sette giorni saremo qui a praticare il nostro sport preferito: linceremo la squadra e Prandelli in caso di sconfitta o la esalteremo se l’Italia vincerà. In caso di pareggio, arrricceremo in naso e guarderemo al secondo match, quello con la Croazia, con toni tra il preoccupato e l’apocalittico.
Nel frattempo, il Paese da 56 milioni di allenatori si è già scatenato sul dopo-Russia. L’amichevole di Zurigo è stata un mezzo distastro e il pubblico di intellettuali pallonari si è diviso in due: da una parte chi stigmatizza il modulo di Prandelli e chiede a gran voce un cambio. Dall’altra, gli amanti delle statistiche e dei precedenti ricordano che quando l’Italia nella preparazione sembrava spacciata, poi ha sempre fatto grandi manifestazioni. Sarà, ma l’unica cosa certa è che la Nazionale si avvia a due cambi sostanziali. Il primo è quello che riguarda Maggio: dovrà sostituire gli occhiali, dopo la serie di lisci in cui è incappato con De Sanctis l’altra sera. Pare che i due siano pronti per ‘Ballando con le stelle’, ma sono solo voci, che il già partecipante Bobo Vieri non ha nè confermato, nè smentito (“Eh?”).
Il secondo cambio è il modulo. Contro la Russia i due centrali di difesa sono apparsi spaesati: Barzagli al 20′ del primo tempo è dovuto ricorrere al Tom Tom. Si parla di un 3-5-2 che dovrebbe ricalcare il modulo della Juve. Il blocco bianconero è uno dei perni della spedizione di Prandelli, tanto che il ct voleva pure convocare Causio e Tardelli. E così, scalpita Emaunele Giaccherini, uno che in due anni è passato dalla serie B alla Nazionale, ma senza mai aver esordito in azzurro. Una scelta un po’ così, con quella faccia un così, tanto che Prandelli lo avrebbe accolto così a Coverciano: “Desidera? Guardi, ho il brasato sul fuoco…”.
Insomma, domani l’Italia arriverà a Cracovia sede del ritiro di Euro 2012 e nella città che fu di Papa Wojtyla Prandelli annuncerà che “Habemus modulo”. Raccontano che una volta, prima del Mundial ’82, la Nazionale polacca andò in visita dal connazionale papa Giovanni Paolo II. Il giocatore della Juve chiese una preghiera per la comune squadra. Il pontefice (che in gioventù era stato portiere) lo fulminò con lo sguardo: “Dio ha altro a cui pensare”. Quindi, caro Prandelli, dovrai fare tutto tu.
Alessandro Oliva
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