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Ce lo chiede l’america

Creato il 10 gennaio 2015 da Conflittiestrategie

 

Come si poteva prevedere la Francia non ha fatto prigionieri. Tutti i componenti del commando integralista sono stati ammazzati ma c’è il giallo della donna, anche essa facente parte del gruppo, che sarebbe riuscita a fuggire durante il blitz al negozio kosher. Le teste di cuoio francesi proseguono sulla stessa linea d’inefficienza (o di distrazione) dei servizi segreti transalpini. L’unica cosa certa è che le voci degli attentatori sono state spente per sempre. Da loro non sapremo più niente. Largo, allora, alla propaganda incrociata dei nemici che si assomigliano e si pigliano perché fanno il medesimo gioco. Rivendicazioni folli da un lato e facili manifestazioni di sdegno dall’altro che satureranno il discorso pubblico, come già accaduto in altre occasioni drammatiche. Siamo tutti americani, inglesi, charlie ecc. ecc. ma non saremo mai ucraini dell’est perché quelli sono dei demoni filorussi e quanto meno se la sono meritata.

I cavalieri delle tenebre e i guerrieri della luce marciano divisi ma colpiscono uniti perché condividono lo stesso obiettivo, coprire le spalle all’impero che ridisegna le proprie strategie di dominazione occultando le sue mosse nel caos. Chi continua a cascare nel tranello o è stupido o è complice. Come ha scritto il prof. La Grassa siamo in presenza di mascheramenti di segno geopolitico. Dobbiamo mantenere fermo questo punto per non farci depistare. Il pericolo islamico compatta l’Occidente dietro agli Usa ed ogni avvenimento che materializza così grandi minacce allontana la tentazione di mettere la testa fuori dalle alleanze tradizionali. L’insubordinazione non è consentita mentre la subordinazione degli alleati è una questione di vita o di morte per chi muove i fili. Nelle parole di La Grassa: “E’ almeno dalla sedicente “primavera araba” che tale paese [gli Usa] – ancora principalmente potente e di cui non si nota al momento, se non nelle fantasie di qualcuno, il vero declino – sta giocando tutte le carte possibili, ivi compresa la divisione in seno agli islamici. Qual è il suo scopo principale? Mettere in difficoltà la Russia certamente. La ritiene il principale ostacolo al suo predominio imperiale? Sì, anche qui diciamo certamente, ma con una qualificazione. La Russia è un pericolo perché potrà fare sempre più da sponda a quei paesi europei che volessero infine conquistare una sovranità nazionale. L’Europa sarà in decadenza, ma soprattutto culturale, politica, sociale. Non è però un nonnulla dal punto di vista economico e come area decisiva per il controllo di buona parte dell’Africa, del Medioriente e di tutta una fascia di paesi che si lancia verso l’Asia, nella sua parte più occidentale ovviamente. E qui vi sono pure subpotenze della portata di Turchia ed Iran ad esempio. L’Europa non deve scappare al controllo statunitense. Ci sono però forze tendenzialmente, talvolta fortemente, sovraniste. Bisogna bloccarle, isolarle, diminuire la loro efficacia”.
Non possiamo girarci intorno. Gli Stati Uniti sono il vero problema di qualsiasi governo che pretenda di avere libere le mani al fine di aprirsi un varco nel mondo multipolare, dove abbondano le insidie ma si moltiplicano le opportunità. Liberarsi delle zavorre del passato e prendere nuove rotte è necessario per uscire dalla crisi politica ed economica che colpisce, soprattutto, le periferie e le semi-periferie dell’Ue (con sintomi di contagio che si fanno sentire, oramai, anche verso il centro). Chi ha ancora molto da offrire agli Usa contratta la sua rilevanza (pensiamo alla Germania che si sta accreditando come il principale maggiordomo degli americani in Europa). I membri più deboli, invece, si vedono piovere le decisioni sulle teste senza poter batter ciglio, pagando il prezzo più alto delle manovre dei sedicenti protettori nel continente (vedi l’Italia). La colpa di questo asservimento privo di resistenze è, soprattutto, delle nostri classi dirigenti corrotte ed arrendevoli che si mettono a disposizione dei padroni internazionali per conservare posto e privilegi, svendendo il paese e i suoi asset strategici. Se in tali contesti emergono forze sovraniste che propongono programmi di rinascita nazionale queste vengono immediatamente attaccate e screditate dai giannizzeri locali e dai loro sponsor esteri. Nessuno si muova durante il saccheggio. E se i buoni consigli che non si possono rifiutare non sortiscono gli effetti desiderati si passa a provocazioni più serie e sofisticate, come una strage di apparente matrice islamica che ripristina il quadro delle priorità. Parigi, de te fabula narratur. Per noi non v’è dubbio. Allah è grande, ma Washington lo è ancora di più.
Ps 1. Quel gran pezzo della Santanchè ha annunciato, con la sua casa editrice, di voler pubblicare Charlie Hebdo in Italia. Le vignette di CH, oltre al fatto di non far ridere nessuno, sono gratuitamente offensive e volgari anche nei riguardi della religione cattolica. Vedremo se la Santanchè avrà il coraggio di pubblicare anche quella che segue (ne dubitiamo assai perché conosciamo bene le nostre oche fintamente selvagge):

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Ps 2. Un articolo molto intelligente su Charlie Hebdo è apparso sul sito della fondazione Ron Paul, a firma di Diana Johnstone. Ne riportiamo un paragrafo molto significativo che sminuisce CH, non proprio un giornale campione di libertà e di trasparenza come si racconta: “…La libertà di stampa è anche libertà di essere volgari e stupidi di volta in volta. Charlie Hebdo non era in realtà un modello di libertà di parola. E ha finito, come gran parte dei sostenitori dei “diritti umani di sinistra”, per difendere le guerre condotte dagli Stati Uniti contro i “dittatori”. Nel 2002, Philippe Val, che era redattore capo, denunciò Noam Chomsky per il suo anti-americanismo e l’eccessiva critica di Israele e dei media mainstream. Nel 2008, un altro dei vignettisti famosi di Charlie Hebdo, Siné, scrisse una breve nota citando una notizia secondo la quale il figlio del presidente Sarkozy Jean stava per convertirsi all’ebraismo per sposare l’erede di una catena di elettrodomestici . Siné ha aggiunto il commento, “Andrà lontano, questo ragazzo.” Per questo Siné è stato licenziato da Philippe Val per “anti-semitismo”. Siné prontamente fondò un giornale rivale che ha rubato un certo numero di lettori a Charlie Hebdo, lettori rivoltatisi contro i doppi standard di CH. In breve, Charlie Hebdo è un esempio estremo di ciò che è sbagliato ed in linea col “politicamente corretto” della sinistra francese. L’ironia è che l’attacco omicida di assassini apparentemente islamici ha improvvisamente santificato questa espressione estesa di rivolta adolescenziale che stava perdendo il suo fascino popolare, nella bandiera eterna della libertà di stampa e di espressione. Qualunque cosa gli assassini intendessero raggiungere questo è quello che hanno ottenuto…
Ps. 3 Ieri la Commissione Europea ha approvato un pacchetto di ulteriori aiuti all’Ucraina filo-americana per 1,8 mld di euro. La Grecia sta sprofondando, molti altri paesi non se la passano bene, dall’Italia al Portogallo, ma Bruxelles, così tetragona con i suoi figli in difficoltà, elargisce soldi ad un governo di ricchi oligarchi che affama il suo popolo e non restituirà nemmeno un centesimo d quanto ricevuto. Ce lo chiede l’America. Che Dio vi fulmini sulla via di Washington.


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