Questa scritta campeggia sulle torri del Padiglione della Svizzera a Expo 2015 che ha proposto ai visitatori un interessante esperimento sociale sulla scarsità delle risorse alimentari del pianeta.
All’inizio di maggio, quando Expo 2015 ha aperto i battenti, le torri erano piene fino al tetto di scatole contenenti caffè, mele, sale e bicchieri (che simboleggiavano l’acqua), all’ingresso i visitatori venivano invitati a prendere liberamente le risorse presenti tenendo però conto che non sarebbero state rinnovate e che, se ne avessero fatto man bassa, si sarebbero esaurite lasciando a bocca asciutta (letteralmente asciutta) i visitatori degli ultimi giorni.
Quando ho visitato il padiglione per la prima, verso la fine di maggio, già un quarto delle risorse si era volatilizzato e oggi, a quindici giorni dalla chiusura, due torri (quella dell’acqua e quella delle mele) sono inesorabilmente vuote.
L’esperimento, che ha avuto un esito purtroppo prevedibile, ha dimostrato, se ce n’era bisogno, che esiste uno squilibrio tra i consumi, che esiste un’ingiustizia di fondo nella possibilità di accedere alle risorse da parte di pochi, a scapito dei molti che ne restano privi e che la condivisione può essere la soluzione.
“ce n’è per tutti?” si chiedevano all’inizio, purtroppo non ce n’è per nessuno.