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Celiachia: come l’hai scoperto?

Da La Sphiga Di Grano @LaSphigadiGrano

Quando per caso salta fuori la celiachia nelle situazioni quotidiane, la domanda che più spesso sento ripetere è: come l’hai scoperto? Non a caso il quesito salta fuori durante momenti conviviali come pranzi, cene, aperitivi. E qui la situazione si complica perché si è caricati di un arduo compito: rispondere senza suscitare ribrezzo tra un boccone e l’altro.

Quando il contesto è estremamente formale è davvero faticoso. In pratica è un po’ come giocare a Taboo: c’è una lista di parole vietate e tu devi descrivere una cosa senza nominarle.
Le mie parole vietate di solito sono quasi tutti i sintomi della celiachia: diarrea, vomito, stitichezza, candida vaginale, cistite, emorroidi, ragadi anali. Ma è qui che ci vengono in aiuto i tecnicismi medici, che noi cyber ipocondriaci conosciamo bene.

La mia storia, in forma un po’ meno romanzata, di solito inizia così.

Ho sempre avuto problemi legati a intolleranze e allergie, al polline, alla polvere, al nichel. Ho sempre sofferto di variazioni repentine del peso e di ritenzione idrica. Ma a partire dal 2008 ho iniziato a dimagrire velocemente e ad accusare diversi disturbi, infezioni di ogni tipo, sintomi simili a virus gastrointestinali, infezioni alle vie urinarie e perdita di capelli. E poi mi sentivo stanchissima, sempre di cattivo umore e triste.

All’inizio pensavo che fosse solo intolleranza ai latticini, così spinta dall’autodiagnosi iniziai a eliminare formaggi, latte, gelati e dolci. Da qualche parte su Facebook c’è una foto di me a una festa, che mangio la pizza senza mozzarella e bevo birra. Alcuni amici mi hanno preso in giro per non so quanto tempo quando poi ho detto loro di essere celiaca. Oppure un’altra volta, ero in Umbria da amici e mi ricordo che rifiutati un piatto di caprese per mangiare un’insalata di grano fredda. Ripeto, di grano. Volete sapere com’è finita la serata? Non lo so nemmeno io perché dopo 10 minuti che avevo finito di mangiare iniziai ad accusare una strana sonnolenza e vertigini e svenni sul divano del padrone di casa, dormendo per 4 ore.
 
Insomma nonostante seguissi una dieta senza latticini continuavo a stare male, a gonfiarmi e dimagrire. A un certo punto pensai di essere diventata anoressica, di avere un tumore, di avere qualsiasi altra malattia rara. Facevo colazione la mattina con mezza tazza di latte di riso e una manciata di cereali integrali e fino al giorno dopo non riuscivo a mangiare niente per colpa della nausea. Stavo male e non sapevo perché, odiavo quando mi sentivo dire che era solo stress, quando mi veniva prescritto automaticamente l’antibiotico e così via. Pensai anche al diabete, ma dalle analisi del sangue risultava tutto ok, a parte il colesterolo e i trigliceridi con valori bassi.

Mi venne l’ennesima infezione alle vie urinarie e andai all’ospedale. Febbre a 40, ricovero per risalita dell’infezione al rene sinistro, diciamo anche causata dal fatto che oltre ad avere la terza guerra mondiale nell’intestino, non bevevo abbastanza acqua.
E poi finalmente la botta di culo. All’ospedale mi consigliarono di fare degli esami di controllo e visite specialistiche: ginecologo e urologo in primis.
Ginecologa in ferie, prendo un appuntamento da un altro dottore a caso, uno che probabilmente era appena tornato da un convegno o da una comunione perché mi fece la visita con il completo. Si avete capito bene, un abito da uomo grigio, gessato tra l’altro. Nemmeno fosse un film porno! Me lo ricordo chiaramente, anche se lì per lì non ci feci caso perché ero troppo abbattuta e lo notai solo dopo che ero uscita con in mano le ricette degli esami del sangue da fare, tra cui c’erano anche i marcatori per la diagnosi della celiachia.

E qui mi fermo perché il racconto sta diventando un po’ lungo e perché so che la gastroscopia spaventa molto, quindi meglio dedicare un intero post tutto per lei.


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