Abbiamo già parlato varie volte della celiachia, intolleranza permanete al glutine, che vede nell’esclusione completa dalla dieta di questa frazione proteica di vari cereali tra cui il frumento l’unica terapia.
Spieghiamo sempre ai pazienti e ai loro genitori che è fondamentale evitare le piccole contaminazioni quotidiane dalla dieta, questi stimoli continui anche se molto ridotti nelle quantità sono in grado di avviare l’infiammazione dell’intestino e a lungo termine di favorire lo sviluppo delle complicanze.
Quindi va curata la scelta dei cibi ma anche la preparazione e la loro manipolazione.
Ricordiamo che l’associazione Italiana Celiachia svolge un lavoro mirabile e fondamentale per tutti i celiaci con le indicazioni che fornisce e i controlli che mette in campo.
Nell’ambito dei controlli della presenza di frazioni di glutine negli alimenti c’è una grossa novità tutta italiana, una tecnica basata sull’effetto piroelettrico consentirà di rilevare tracce minime di glutine negli alimenti, con un’elevata sensibilità che potrà rendere più sicura l’assunzione di alimenti da parte delle persone affette da celiachia. L’innovativa tecnica è frutto della collaborazione tra diversi Istituti del Consiglio nazionale delle ricerche: Istituto nazionale di ottica (Ino-Cnr), Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr), Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa-Cnr), Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), Istituto di cibernetica (Icib-Cnr). I risultati della ricerca sono pubblicati su Nature Communications.
La tecnica è basata sull’utilizzo dell’effetto piroelettrico, cioè la formazione temporanea di cariche elettriche di segno opposto, per accumulare su un supporto ad hoc molecole presenti in tracce, che divengono così rilevabili tramite uno strumento di lettura a scansione, ad esempio uno scanner in fluorescenza. Immaginando le proteine di gliadina, principali componenti del glutine, come delle piccole lampadine disperse in un liquido, il nostro metodo riesce ad accumularle su una superficie micrometrica (1 millesimo di millimetro), centuplicando il livello di luce rilevabile rispetto a quanto avviene con un dispensatore convenzionale.
Il funzionamento basato sull’effetto piroelettrico consente quindi di prelevare e accumulare piccolissimi volumi di liquido. I risultati ottenuti con la nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione pari a 0.005 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili della celiachia, rispetto ai 0.3 ppm delle migliori tecniche reperibili in commercio, ovvero con un miglioramento di circa cento volte. Quindi potrebbe essere di grande aiuto nella produzione di alimenti etichettati ‘gluten free’ per rilevare tracce minime di contaminazione non rilevabili con tecniche tradizionali, ma la cui ingestione può comportare danni anche gravi al soggetto celiaco.