Cella 211 ha vinto non so quanti premi. Non so contro chi combatteva, ma data la sublimità del prodotto, secondo me, se li è meritati tutti.
La pellicola è un prison-movie di matrice ispanica, un film di denuncia (l'annosa e indissolubile questione della riabilitazione, il sovraffollamento, i soprusi ecc.), alla quale non dispiace quel pizzico di spettacolarizzazione che tiene sempre viva l'attenzione. Il tutto è orchestrato veramente bene, e i risultati si vedono!
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quello di Malamadre, interpretato dal bravissimo Luis Tosar (sentitelo in originale, vedrete che voce!). Ma l'attenzione non è stata data ai soli protagonisti, infatti tra le comparse vi sono molti ex-carcerati... e dalle facce, si vede!
Minchia che facce, semplicemente perfette.
Insomma un ottimo ibrido di cinema di impegno e di intrattenimento, con un uso della violenza mai ludica e pavoneggiante ma sempre utile ai fini del racconto.
Ancora una volta bravi gli spagnoli, che sono europei, così come sono europei i francesi che hanno prodotto quel capolavoro de Il Profeta... e qui da noi? Chiese l'illuso.
Imdb