La notizia è passata un po’ sotto tono. Come capita sempre, in Trentino, quando le notizie sono davvero buone ma magari danno fastidio perché turbano l’aurea tranquillità garantita dallo status quo: c’è sempre qualcuno che cerca di nasconderle. O di sminuirle, per depotenziarne la portata.
Comunque, dicevo, a me sembra buona, anzi buonissima. La notizia. Il vino non so, perché non lo ho ancora bevuto. Ma a questo punto, poco importa.
Fra qualche giorno arriveranno sul mercato due nuove bottiglie targate Val di Cembra. O meglio Cembrani DOC. Il consorzio di 8 otto aziende agricole – cinque cantine, uno spumantificio e due distillerie -, che rappresenta l’unica vera novità registrata in Trentino negli ultimi anni.
La notizia buona è questa: i Cembrani DOC, coraggiosamente e intelligentemente, con queste due bottiglie, attribuite alla denominazione IGT Vigneti delle Dolomiti, hanno compiuto un passo rivoluzionario: non solo hanno sacrificato i loro brand aziendali a favore del soggetto consortile (già una gran cosa), ma soprattutto hanno abbandonato la fascinazione maledetta del vino varietale e si sono lasciati conquistare dall’idea del vino territoriale.
Cinque mila bottiglie di un rosso e un bianco – blend di Schiava (60%) e Lagrein (40%) il primo e di Müller Thurgau (60%) e Riesling (40%) il secondo – a cui sono stati attribuiti i nomi di 708 Km Rosso e 708 Km Bianco. Dove 708 Km indica il lungo percorso di muretti a secco che segnano distintivamente lo skyline della valle.
Qualche mese fa, in tempo di Mostra del Mueller di Cembra, avevo promesso che non avrei mai più messo piede in valle, almeno fino a quando lassù non avessero abbandonata la declinazione varietale del Mueller e e non si fossero convertiti alla strategia del vino territoriale. Ora è arrivato il momento, anche per me, di tornare a Cembra e dintorni.
I Cembrani, autonomamente e di sicuro non perché glielo ho suggerito io, con queste due bottiglie hanno imboccata la strada giusta. E mi fa piacere lo abbiano fatto. Il prossimo passo, forse, dovrebbe essere quello di lanciare un vino bianco e rosso, semplicemente con il nome Cembrano (o Cembra). Ma intanto il giro di boa c’è stato. E mi auguro sia irreversibile.
E per quel che vale, dopo una sospensione durata un paio di anni, Trentino Wine Blog riesuma il suo Award Wine e assegna l’Oscar 2014 del vino trentino inappellabilmente, e felicemente, ai Cembrani Doc.
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