Cemento, ferro e legno: loft “materiale” a Milano. FOTO GALLERY

Creato il 16 marzo 2011 da Urdesign

Cemento, ferro, legno. Materiali grezzi, esaltati nel loro aspetto naturale, testimoniano la volontà di esibire l’origine industriale dell’edificio. Toni scuri, pochi arredi. In alcuni punti, i mattoni dei muri sono lasciati a vista, nudi e senza intonaco. Appoggiati alle pareti o appesi, immagini in bianco e nero che si stagliano sull’intonaco grigio.

La luce proviene dall’alto regalando un’illuminazione zenitale all’open space situato a Milano, non lontano dai Navigli e dalle colonne di San Lorenzo. All’interno di uno stabile degli anni venti, un capannone industriale con l’accesso diretto sulle corti interne è stato trasformato in tre grandi loft. Completamente ricostruito il tetto a due falde, in cui sono state inserite ampie vetrate che rendono luminosi gli interni.

In uno dei loft ottenuti dall’intervento di ristrutturazione, vivono il fotografo Andrea Martiradonna e l’architetto Silvia Makita con i tre figli. Di Silvia il progetto d’interni, di Andrea il servizio fotografico e le immagini sparse nella casa.

Pensato come abitazione e studio, il loft dispone di uno spazio da utilizzare per esporre le fotografie, oltre ad un laboratorio, una camera oscura e una sala di posa. Attraverso un piccolo corridoio si accede alla zona abitativa, strutturata come un open space e affacciata sul cortile. I diversi ambienti sono collegati internamente ma hanno tutti accessi indipendenti.

L’ampia altezza del soffitto, che raggiunge i 7.5 metri, ha permesso di sfruttare lo spazio anche in verticale. Una scala in ferro dal living conduce all’area soppalcata, realizzata in ferro e larice trattato a cera, dove si trova una camera da letto per gli ospiti e la stanza della figlia più grande.

Gli arredi, per lo più di famiglia o recuperati da amici, sono diluiti nei 220 mq dell’abitazione secondo un gusto minimal d’ispirazione orientale. Realizzati su misura sono invece la cucina, con il piano in cemento, e il bagno padronale, in cui da un unico blocco sono stati ricavati il lavabo in acciaio e la vasca da bagno, trattata internamente con apposite vernici. Curiosa la storia della decorazione che come un totem campeggia sulla parete nera: una prova colore, realizzata durante i lavori, che Silvia ha deciso di non cancellare, trasformandola invece in un disegno. Nient’altro che il frutto di una casualità, fatta di intonaco colorato in pasta.

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