Cenci Vegan (al forno/fritti)

Da Laangie

 Lo dico subito, nonostante abbia fatto questi dolci (e nella stessa giornata anche le castagnole (!!!)... che saranno oggetto di una delle prossime ricette... appena riesco ad organizzare  e programmare un po' di post), a me il carnevale non mi piace proprio.Da piccola andavo con le amiche in centro a festeggiare in una grande sale piena di coriandoli e confusione. Mi ricordo poco in realtà, ma le foto mi ritraggono vestita da damina, un sontuoso vestito di raso color pervinca, pieno di pizzi e nastrini e balze. Ah, avevo pure il cappello.Poi ne ho avuto anche un secondo, quando ero più grandicella, da ballerina di flamenco.
Poi ci sono i costumi più belli, quelli che mia mamma mi cuciva per il carnevale di classe, alle elementari. Da cinesina. 
Però, vestiti a parte (visti agli altri o indossati), non mi piace niente dell'atmosfera carnevalesca, solo confusione, schiuma spruzzata sui vestiti e capelli di ignari passanti (tipo, me) da gruppi di ragazzi che si rincorrono per il marciapiede, confusione (l'ho già detto?!)... insomma, sì, sono un po' orsa e le feste caciarone mi procurano un gran mal di testa, ma non ci posso fare niente.
Ora che ci penso mi piacciono i coriandoli, quelli che rimangono per terra una volta che si è concluso il marasma carnevale. Stai camminando per strada, accigliato ed immerso nei tuoi pensieri, quando, abbassando lo guardo, vedi una striscia arcobaleno che ti  accompagna i passi. E l'espressione si distende un po'.
Ma, se piove nei giorni successivi alla baldoria... gli allegri pezzettini di carta si inzuppano di acqua e formano una poltiglia grigiastra, non proprio piacevole a vedersi.
Ma scavando, in fondo in fondo, c'è anche un'altra cosa che non mi dispiace questi dì di festa; ci sono anche loro, sì, i dolci di carnevale.E parto dai classici e toscanissimi cenci, qua rivisitati in  chiave vegana e in doppia versione: light, al forno e peccaminosamente fritti.
Stessa ricetta, diversa cottura e aspetto finale ma entrambi ottimi.


Ingredienti:
320 g di farina 00
100 g di grappa
40 g di acqua
50 g zucchero
1 cucchiaino di yogurt di soia
1 cucchiaino di cremor tartaro
Scorza di 1 limone
Una presa di sale
Olio di semi per friggere
Zucchero a velo per cospargere

Come si fa:
In una ciotola impastate tutti gli ingredienti fino a formare un impasto sodo. Fate una palla, coprite con la pellicola e lasciatela riposare in frigo almeno 30 minuti/1 ora.
Riprendete il panetto e stendete una sfoglia sottile (con il mattarello o con la macchina per la pasta, come ho fatto io).

Con la rotella dentata ricavate dei rettangoli più o meno regolari e incideteli nel centro.
Ad alcuni ho fatto il caratteristico nodo.

Versione fritta:
Scaldate l'olio  in una padella profonda e,  raggiunta la temperatura (mettete uno stecchino per controllare) tuffateci qualche pezzo di pasta per volta.
Quando sono dorati scolateli e adagiateli su un vassoio con la carta da cucina per fritti.
Lasciate raffreddare.
Cospargete con lo zucchero a velo.

Versione al forno:
Disponete i cenci sulla teglia con la carta forno e cuocete a forno caldo (170°-180°) fino a che non iniziano a dorarsi.
Anche in questo caso lasciate raffreddare e spolverate con lo zucchero a velo.
Qua sotto la  foto della versione al forno, un po' anemica e poco fotogenica (sigh!)

Considerazioni:

..... certo però che la versione al forno non può competere con quella fritta!  Ecco, questo ve lo devo dire, anche se io  alla fine ho mangiato praticamente solo quelli al forno (ma  lo sapete ormai che non ho un buon rapporto... ).
Ma ho spiluccato e mangiucchiato anche qualcosina di fritto e sì, posso confermare che il fritto migliora qualunque cosa.


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