E’ un traguardo. Aggiungo e specifico: un traguardo di poco conto. Eppure per chi pigia questi tasti significa molto. Non parlo ovviamente di successo, siamo in tanti a cercare di dare un nesso logico alla sequenza qwerty ecc., la concorrenza è spietata pure per noi scribacchini. C’è qualcosa d’altro, per fortuna, un qualcosa che mi inorgoglisce e mi ripara da sogni di successo che forse ho e che magari è giusto che abbia, ma da cui devo difendermi. Non conta, me lo ripeto e alla fine, giuro, ci credo. Arrivati a questo punto, ci sono cose più importanti. Quello che conta è essermi autoimposto cento volte di fare qualcosa, avere sforzato la mia immaginazione cento volte, essermi esposto al giudizio altrui cento volte, aver cercato di fare meglio che la volta precedente novantanove volte. Allegria di Nubifragi ha raggiunto il suo centesimo post. Il centesimo è questa sottiletta di pensieri digitali che alcuni di voi si stanno spalmando sul laptop. Penso di non essere mai stato così costante, di non avere mai protratto una attività così a lungo senza essere costretto da maestre o capireparto. Forse ho trovato un punto fermo, un chiodo piantato in quell’albero fatto più di radici che di rami che è il sottoscritto. Che bella descrizione mi sono fatto. Peccato che ora mi è venuta in mente una carota. Alberi (ortaggi?) a parte, per questo e per tanto altro, grazie mille Allegria di Nubifragi. Anzi, grazie cento.