Lo scorso 14 novembre, Andrea Casale era stato anche ricevuto dal Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico. “Spesso – prosegue Casale – hanno provato a liquidare la mia mobilitazione come una battaglia censoria o una polemica sgangherata, ma non è nulla di tutto ciò. Con tutto il cuore mi auguro che la Rai sappia cogliere il meglio e il senso dell’indignazione provocata da Mission, che null’altro è se non un’imponente richiesta dal basso per parlare delle crisi dimenticate in prima serata, ma evitando spettacolarizzazioni inutili che a mio avviso i rifugiati e anche il pubblico televisivo non meritano”.
“E’ stato un incontro molto interessante. Ho trovato dei giovani ricchi di ideali e con ottimi propositi. Talvolta però questi propositi si scontrano con una cattiva comunicazione che rende un progetto come quello di Mission diverso da quello che in realtà è”. Così il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, commenta l’incontro avvenuto stamattina a Viale Mazzini. “Ritengo – dice ancora Leone all’ANSA – che abbiano apprezzato la nostra buona fede e l’intenzione di portare in prima serata temi purtroppo dimenticati nel rispetto della dignità delle persone”.
Leone risponde anche alle polemiche sulla remunerazione dei vip che partecipano alla trasmissione. “Tutti hanno ricevuto un compenso – spiega -. Ritengo doveroso e necessario che questo sia avvenuto, anche se si tratta di compensi ben al di sotto degli standard degli artisti coinvolti. Credo che molti di loro devolveranno in beneficenza gli importi ancorché minimi ricevuti. Non condivido però la demonizzazione di questo fatto, soprattutto se legato a una causa nobile, come questo programma si prefigge di essere”.
Il direttore di Rai 1 risponde anche agli interrogativi sulle location in cui è stato girato il programma. “In Sud Sudan è un campo profughi – spiega -, in Congo è un campo profughi. In Mali si tratta di due campi profughi e due luoghi in cui ci sono rifugiati urbani, in Ecuador di tre luoghi per rifugiati urbani, in Giordania di due campi profughi e due località per rifugiati urbani”.
“Il mio auspicio – conclude Leone – è superare i due milioni di spettatori, che sarebbe un dato basso per Rai 1, ma molto alto per la sensibilizzazione su questi temi. Tutto quello che verrà in più sarà un segno di sensibilità di un pubblico disabituato a seguire questi temi in prima serata. Non ritengo che l’ascolto medio debba essere un parametro per giudicare il programma”.