Centopelli
di Miriam Nicopezz
Titolo: Centopelli
Autore: Miriam Nicopezz
Serie: //
Edito da: Lettere Animate
Prezzo: 1.49 €
Genere: Romanzo
Pagine: 129 p.
Trama: Elide Centopelli vive con il padre in un piccolo paese sulle rive del lago d’Iseo. La sua famiglia, da generazioni, gestisce un piccolo negozio di souvenir. Ma questa è solo una sorta di copertura perché nel negozio Centopelli si svolge ben altra attività: le persone entrano per non uscirne più. Per rivivere in eterno il loro “mentre perfetto”.
di Danylù
Sempre più spesso mi capita di leggere romanzi (di qualsiasi genere) la cui pecca principale è l’editing. Perché? Ho fatto varie ipotesi:
1. nel caso di self publishing forse l’autore si auto-edita e quindi conoscendo il lavoro a memoria si lascia sfuggire dei particolari.
2. Le piccole case editrici non spendono molto denaro in editing e magari il correttore di bozze è anche l’editor.
3. Le grandi case editrici non spendono molto denaro in editing e magari il correttore di bozze è anche l’editor (si, è uguale al punto 2., ma riscontro lo stesso problema anche in lavori di grandi editori)
4. boh!
Invito chiunque abbia altre ipotesi o verità accertate, in merito a questo problema, di rispondere a questo articolo ed illuminarmi.
Passiamo adesso al testo: Centopelli. Non bisogna essere un genio per comprendere che l’editing di questo romanzo lascia a desiderare. Refusi e problemi di chiarezza inducono il lettore a chiedersi spesso: “ma… ho letto male o cosa?” E quindi l’istinto di dover tornare indietro e rileggere dei passi è forte e talvolta necessario.
Iniziamo con un esempio: Elide, la protagonista ritorna nella città natale e sembra di capire che abbia trent’anni. Qualche pagina più in là, afferma di averne cinquanta. Mmmm, cosa è successo? Cosa mi sono persa? Ma continuiamo.
Sempre Elide, arriva in paese molto stanca, va nella sua vecchia casa, si riaddormenta e si sveglia alle cinque. Va in negozio. Ma erano le cinque di mattina o pomeriggio? Mentre si procede con la lettura, si scopre che pulisce il negozio fino al pomeriggio, quindi erano le cinque di mattina. Però non era stato chiarificato affatto che il giorno prima lei fosse arrivata di sera, e che quindi aveva dormito tutta la notte per svegliarsi prima dell’alba.
Al lettore non è stato mostrato niente, ma sono solo stati raccontati dei particolari, tra l’altro con ben pochi indizi per dare un’idea di tempo. Alcune vicende sono confuse. Sandra, l’amica-sorella di Elide, quanti anni ha? Quanto è trascorso da quando lei ha iniziato a vivere con il dottor Giglio Vittorio?
Procediamo però in maniera più graduale. Presentiamo i personaggi: Elide, protagonista, lascia l’attività di famiglia dopo la morte del padre. Rinuncia al suo “destino”, ad un matrimonio, a tutto, per inseguire se stessa. Ok, mi piace. Va a Firenze e conosce Sandra, una ragazza molto gentile, sui generis, con un piede solo.
Sandra aiuta Elide a trovare un alloggio, e anche qui ci sono piccole incongruenze: (SPOILER: la manda a casa del padre, eppure cerca il numero sull’elenco telefonico. Numero e indirizzo. Coooosa??? Poi improvvisamente ricorda che ce l’ha scritto su un biglietto. È tuo padre per la miseria. Tuo padre! Forse l’autrice voleva mostrarci degli oggetti e particolari che sarebbero serviti in un secondo momento? La palla di vetro con San Luca e lo zucchero? FINE POILER).
Alcuni eventi succedono ma non vengono introdotti a dovere. Il problema maggiore risulta essere quello temporale. Che età hanno i protagonisti? Elide, Sandra, il Dottor Giglio Vittorio, il Nonno di Sandra, Luigi, l’amico di famiglia Centopelli. Mi pongo queste domande poiché alcuni eventi all’interno del romanzo, morti e incidenti vari, fanno porre al lettore alcuni quesiti: ma questo è ancora vivo? Oppure: ma come è possibile che questo sia morto prima di quest’altro?
Un esempio? Il nonno di Sandra, personaggio sgradevole, anche se l’autrice avrebbe potuto fare altro per renderlo ancora più odioso, risulta essere vivo dopo svariati anni (il lettore presume che siano svariati) che lei lascia la sua terra natia per vivere in Toscana. Il Dottor Vittorio Giglio, personaggio invece buono, seppur sgradevole nel suo accento toscano che io personalmente avrei evitato come la peste, risulta morto molto tempo prima. Io dico, tutto è possibile, ma cerca di dare al lettore dei punti di riferimento.
In generale i personaggi sono ben costruiti e caratterialmente completi. La trama, se studiata meglio, sarebbe anche molto bella e complessa. Intrecci narrativi degni di nota e soprattutto tante, ma tante emozioni. La scrittura risulta anche essere abbastanza snella, lo stile non male. L’autrice può crescere molto, soprattutto se seguita a dovere. Le emozioni che trasmette in alcune vicende sono forti e importanti. Toccano il cuore del lettore. Persino un cuore critico come il mio.
Rapporti umani struggenti, situazioni al limite delle lacrime. Per questo devo complimentarmi con l’autrice. Ed è anche per questo che nonostante tutto do tre stelle a questo romanzo. È un voto di incoraggiamento. Spero che Miriam riveda alcuni punti e che proceda a una stesura migliore di questo suo lavoro, sperando inoltre che infonda questa passione e questa forte emozionalità anche nei suoi prossimi lavori.