Le prospettive per la Repubblica centrafricana possono dirsi buone, oggi come oggi, dopo anni di guerra civile e un Paese ridotto allo stremo.
Sempre però che alle parole seguano i fatti.
Il nuovo presidente eletto, Faustin Archange Toudera, ha promesso alla sua gente per prima cosa di riportare la pace tra combattenti cristiani e musulmani; poi ha parlato di necessità improrogabile di sicurezza tanto nelle città, inclusa la capitale Bangui, ma sopratutto nei villaggi rurali lontani dai centri abitati.
E, ancora, ha messo l'accento sulla produttività dei differenti settori economici del Paese, che gli anni di guerra interna, quindi di stallo forzato, hanno ridotto notevolmente e, in alcuni casi, azzerato.
Infine, ma non ultimo, ha promesso ai suoi elettori il potenziamento, e lì dove non ci fossero la creazione, dei servizi sociali di base.
E si capisce benissimo quanto ce ne sia bisogno a partire dalla sanità e dall'istruzione, lì dove il contesto, come in tutta l'Africa, presenta in maggioranza una popolazione giovane, che sarà inevitabilmente l'avvenire del Paese.
Un avvenire che si vuole, a tutti i costi, com'è giusto che sia, migliore dell'attuale presente.
La vittoria elettorale di Toudera è avvenuta con il 62,71% dei suffragi, dovuti anche all'appoggio elettorale dei 22 candidati , che sono stati eliminati al primo turno.
Si può dire che è stata in un certo senso una sorpresa in quanto al primo turno il nostro era arrivato secondo dietro Anicet George Dologuélé con il 19, 05% dei voti.
Di lui è noto che è stato primo ministro del ex-presidente Bozizé dal 2008 al 2013 ma che è stato, sopratutto, rettore dell'università di Bangui, ruolo che ha svolto con grande integrità e notevole serietà professionale.
Nato a Bangui nell'aprile del 1957 (essere un cinquantenne gioca suo favore nonché a favore dei suoi elettori), ha compiuto i suoi studi universitari in Francia (Lille) e in Camerun (Yaoundé).
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)