La presidente della transizione Catherine Samba Panza ha precipitosamente abbandonato New York, dove si trovava per partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per rientrare a Bangui.
La capitale è teatro di contestazioni, saccheggi e violenze che in tre giorni hanno causato, secondo stime credibili, tra i 20 e i 30 morti. Ieri almeno tre persone sono rimaste uccise quando un corteo di protesta davanti alla sede della presidenza – che chiedeva le dimissioni della Samba Panza - è stato disperso a colpi d’arma da fuoco.
Alle accuse mosse da testimoni che si trovavano sul posto, i responsabili della missione Onu dispiegata nella capitale (Misca) hanno risposto smentendo categoricamente ogni coinvolgimento, e dichiarando di non aver mai ordinato di aprire il fuoco.
Nella serata di ieri, la prigione di Ngaragba, a est della capitale centrafricana, è stata assaltata e numerosi detenuti si sono dati alla fuga. Secondo le ricostruzioni in circolazione le guardie carcerarie avrebbero disertato in massa, consentendo ai prigionieri di uscire dalle celle. Questi ultimi hanno ingaggiato un intenso scontro a fuoco con le forze internazionali dispiegate all’esterno della struttura, alla fine del quale più di 600 carcerati erano riusciti ad evadere.
Alla fine della giornata la vicina Repubblica Democratica del Congo ha chiuso la frontiera in comune con il Centrafrica.
Per tutta la notte, nonostante l’imposizione di un coprifuoco, sono proseguiti disordini e violenze mentre ancora adesso gli elicotteri della missione francese Sangaris sorvolano a bassa quota la città e i siti di interesse strategico.
Nella confusione che regna per le strade nessuna leadership sembra ancora emergere dalla contestazione, anche se diversi gruppi dell’opposizione stanno cercando di armonizzare le richieste della piazza.
Alcuni gruppi chiedono il ritiro dei militari francesi e il dispiegamento – in loro vece – delle forze armate regolari centrafricane.
Ma la maggior parte delle persone scese in strada a manifestare, sostiene di aver perso fiducia nelle istituzioni di transizione e vuole le dimissioni della presidente.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)