In nome, per conto e nell’interesse del Centro Internazionale di Studi sul Turismo rilevo l’articolo comparso a firma del consigliere Bartolini dovendo però precisare quanto segue.
Il Centro Internazionale di Studi sul Turismo (di seguito, per comodità, CST) sta attraversando da mesi un periodo di difficoltà che, però trova la sua causa non nella gestione degli ultimi anni, che, al contrario, ha mantenuto una situazione particolarmente difficile.
Mi corre l’obbligo di precisare che il CST è un’associazione con personalità giuridica; la personalità giuridica comporta la totale separazione tra l’ente e le persone che lo compongono.
L’associazione riconosciuta opera, dal punto di vista giuridico patrimoniale, in modo pienamente autonomo rispetto ai suoi membri.
Chiarito questo, la situazione del CST inizia nella sua criticità quando si è venuto a manifestare il disimpegno dell’Università degli Studi che costituiva un elemento particolarmente rilevante per il bilancio del Centro.
Il numero di dipendenti che in quel momento aveva il CST – persone di grande professionalità e competenza – mentre era sufficiente e necessario con la presenza dell’ente universitario, si è dimostrato successivamente, nel tempo, eccessivo per i rinnovati, ma più modesti, obiettivi del Centro.
Dopo numerosi e dovuti tentativi di salvaguardare l’occupazione, nel 2013 si è giunti alla consapevolezza di non poter più mantenere, in forma di lavoro dipendente, il numero di lavoratori presenti e si è dovuto procedere ad alcuni licenziamenti, giungendo alla configurazione attuale con quattro dipendenti.
Quanto alla situazione debitoria, il CST ha debiti, in via quasi esclusiva, con i propri ex dipendenti; a tale proposito si sta per formalizzare, pur faticosamente e con la grande collaborazione e disponibilità dei dipendenti medesimi, un accordo complessivo che consentirà agli stessi di ricevere quanto maturato e, attraverso il soggetto giuridico dagli questi creato, di poter continuare una collaborazione tra le parti, che ci si augura proficua per tutti.
Quanto ai soci, al momento – e fino al 31 dicembre 2014 -, i soci ordinari sono due, cioè il comune di Assisi e l’Università per Stranieri di Perugia.
La compagine societaria si è incrementata di altri due soci negli ultimi mesi, uno dei quali ha chiesto di poter partecipare come socio ordinario; non ritengo vi saranno difficoltà a reintegrare il numero minimo di soci ordinari che consentano il funzionamento dell’Assemblea alla data del 01.01.2015; ciò facendo salve altre richieste di ingresso attualmente in verifica.
Il CdA è stato recentemente rinominato ed è operativo.
Tutto questo premesso, pur comprendendo la necessità di porre in essere la polemica politica, mi preme evidenziare come questi continui attacchi al CST, soprattutto in un momento delicato come questo, dovrebbero essere improntati alla prudenza, soprattutto dopo aver acquisito le giuste informazioni attraverso le persone che di ciò si interessano direttamente.
Se, come credo, tutti gli assisani tengono al CST, andrebbe fatto uno sforzo per evitare che il Centro diventi terreno di scontro politico per evitare che soggetti esterni, che non possono, non debbono e non vogliono diventare parti in un contenzioso, abbandonino l’interesse che invece stanno manifestando nei confronti del Centro.
Da notizie acquisite mi risulta che il Dott. Tardioli, attuale consigliere comunale e già Presidente del CST, abbia esaurientemente illustrato le vicende societarie ed economiche del Centro; per questo ritengo che sulla materia, fermo restando il dovere istituzionale di ognuno, debba essere mantenuta una riservatezza a salvaguardia della struttura e dei suoi dipendenti, passati, presenti e futuri.
E’ ovvio che, ove ciò non fosse, il CST si troverebbe costretto, suo malgrado, a tutelarsi in ogni sede opportuna.
Avv. Marzio Vaccari