Si inizierà il 20 maggio alle 12, quando presso l’amministrazione provinciale
CREMONA – Autostrade Centropadane gestisce da quarant’anni un piccolo ma fruttuoso monopolio pubblico. Gli enti locali hanno incassato soldi dalle azioni della società che ha amministrato l’A21 allo scopo di investire in infrastrutture, ovvero cemento e asfalto sul territorio cremonese, piacentino e bresciano. Da 56 a 58 milioni l’introito del biglietti fra 2012 e 2013, incrementando i ricavi malgrado il calo di traffico. Mercoledì 21 al tribunale civile di Roma è prevista però la prima udienza di una causa vitale per la società: la società con sede a Cremona chiede un risarcimento allo Stato di ben 320 milioni, debito dovuto dal Ministero delle Infrastrutture alla società per la costruzione della corda molle, che collega l’A4 a Ospitaletto, Brescia Sud (A21) e l’aeroporto di Montichiari. Una causa il cui esito sarà determinante per la società, visto l’importo. Come determinante sarà la prossima asta, dopo che la prima è andata deserta.
Gli azionisti pubblici stanno scappando: Piacenza è uscita, il Comune di Brescia vuole vendere ai privati. Si costituirà così una maggioranza privata, rendendo necessaria una modifica dello statuto, che sinora prevede che il oltre 50% sia pubblico.
Sono giorni decisivi, seguiti con attenzione anche dalle associazioni ambientaliste, come il Comitato contro l’autostrada Cremona Mantova e Legambiente.
Cesare Vacchelli, del comitato, spiega che Centropadane ha fatto investimenti autorizzati, quindi da rimborsare, come quello per la corda molle ma pone la domanda perché mai siano stati autorizzati. Si tratta infatti di scelte poco avvedute: a Montichiari c’è infatti un aeroporto fantasma. Così com’è, Centropadane non ha prospettive per il comitato ambientalista: quando poi una concessione è scaduta occorrerebbe una gara europea. Con 70 o 80 milioni, propone Vacchelli, si potrebbe completare la Tibre ferroviaria da Parma a Verona, passando per Casalmaggiore e Piadena. Se Centropadane si mettesse al servizio di quest’opera col suo partner Gavio finalmente investirebbe su una mobilità nuova, facendo viaggiare le merci sui binari. La società ha oltre 200 dipendenti e molte professionalità al proprio interno che possono essere impegnati per finalità migliori. Oltretutto Centropadane ha chiesto per la Cremona Mantova un contributo regionale non più di 108 milioni bensì di 400. Di qui la proposta ambientalista di rinunciare al progetto: la decisione spetta alla Regione Lombardia.