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Cercano petrolio e gas nel nostro sottosuolo

Creato il 29 luglio 2013 da Comunalimenfi
gas-petrolio

Sono Cinque le richieste di aziende private fatte nel 2013.

Petrolio e gas naturale, la Provincia di Agrigento sotto lo sguardo attento delle compagnie private. Sono ben 5 le richieste pervenute nei primi 7 mesi del 2013 agli uffici della Provincia regionale di Agrigento per l’avvio di operazioni di sondaggio del sottosuolo alla ricerca di risorse energetiche.

Di queste solo una riguarda pozzi sulla terra ferma, ovvero quello individuato come “Masseria Frisella”, un’estensione di terreno di oltre 68166 chilometri quadrati tra le province di Agrigento, Palermo e Trapani.

Coinvolti i comuni di Montevago e Santa Margherita Belice. Lì la “Enel Longanesi” spera di trovare idrocarburi liquidi e gassosi. Una situazione ben nota alle comunità di quelle aree e anche alla Provincia regionale di Agrigento (in tal senso venne presentata anche una interrogazione del Pd).

Tutte le altre richieste riguardano giacimenti “off shore” nel canale di Sicilia lungo tutta la costa agrigentina, da Sciacca fino a Licata. Proprio per fermare le trivelle a largo di Sciacca, l’Anci Sicilia ha promosso un incontro presso la Sala Blasco a cui parteciperanno anche le associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, che da mesi ormai sta portando avanti una battaglia (con il sostegno delle comunità e di una parte della politica) per bloccare le perforazioni.

Ma se era già noto l’avvio delle verifiche nel tratto Sciacca- Porto Empedocle, meno lo era il fatto che l’Eni sarebbe interessata a depositi di gas nel tratto di mare prospicente la “città dell’aquila” fino a Gela. Qui si vorrebbe costruire una piattaforma off shore per prelevare il gas dei depositi “Argo” e “Cassiopea”, nel contesto del progetto di “coltivazione idrocarburi” “Offshore Ibleo”.

Si tratta, è giusto precisarlo, di richieste avanzate negli anni passati e precedentemente bloccate dalla legislazione. Buona parte di queste, inoltre, non sono state ancora autorizzate, ma, anche se le comunità fossero contrarie, poco può essere fatto. Innanzitutto la Provincia regionale (finché ci sarà) viene a conoscenza dell’esistenza delle richieste solo dove è necessario il rilascio di Vas, valutazione ambientale strategica, e Via, valutazione impatto ambientale.

A rilasciare i via libera è infatti l’assessorato regionale all’Industria, il quale si avvale del supporto tecnico del l’Uriga, l’ufficio regionale per gli idrocarburi e la geotermia. Secondo la legge regionale 14 del 2000 è questo organo a valutare, tra le altre cose, ad esempio se è necessario coinvolgere oppure no le Province.


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