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E per stare sul fantastico continuiamo alla scoperta della Befana. La Befana è conosciuta dai bambini perché porta i doni nella notte dell'Epifania. Il nome "befana", infatti, è la versione popolaresca del termine greco "epifania" - che significa manifestazione - con cui viene denominata la festa che segue il Natale e che commemora la visita dei Magi a Gesù.
Tra l'altro gli studiosi delle tradizioni etnico-popolari fanno notare come la Befana, al contrario di Gesù Bambino e Santa Lucia, conservi anche un tratto ambiguo, quasi da strega. Ma come tutte le tradizioni anche la befana si può analizzare con una tecnica archeologica, cercando di scavare gli strati delle varie epoche per arrivare alle tracce di quelle più antiche.
La befana potrebbe avere una qualche parentela con la "vecchia" che si brucia in piazza per festeggiare la fine dell'anno: un simbolo della ciclicità del tempo che continuamente finisce e ricomincia. E' un simbolo antico e pagano che suggestiona anche noi moderni dell'era tecnologica.
E la tradizione della "vecchia" non è diffusa solo nelle zone in cui la befana distribuisce i suoi doni, è molto presente anche nel nord Italia. E' infatti una tradizione dei popoli celtici, che erano insediati in tutta la pianura padana e su parte delle Alpi.
I Celti celebravano strani riti (officiati da maghi-sacerdoti chiamati druidi) durante i quali grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per onorare divinità misteriose. Divinità che non dovevano essere molto benigne, se è vero quanto riferiscono alcune fonti: in epoche antiche e feroci all'interno dei fantocci si legavano vittime sacrificali, animali e, talvolta, prigionieri di guerra. Insomma la befana è un personaggio molto meno rassicurante degli altri portatori di doni che tutti abbiamo conosciuto da bambini.
Nella tradizione cristiana, è la festa che segue il Natale e che commemora la visita dei Re Magi al Bambino Gesù nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.
E allora che cosa c'entra la Befana?
Una leggenda popolare narra la storia di una vecchietta che non volle seguire i Re Magi per andare a Betlemme a rendere omaggio al Bambino Gesù.
Di questa decisione si pentì, ma ormai i Re Magi erano già molto lontani. Fu così che la vecchina si mise in cammino per Betlemme e in ogni casa in cui trovò un bambino vi lasciò un regalo con la speranza che quello fosse Gesù Bambino.
Nell'iconografia popolare la Befana è raffigurata da una brutta ma simpatica vecchietta di stracci vestita che nella notte dell'Epifania, cavalcando la sua scopa scende nelle case attraverso i camini e lascia dolci e giochi nelle calze dei bambini buoni, carbone e cenere in quelle dei cattivi.
La Dodicesima notte dopo quella di Natale è la vigilia del giorno della Befana. La Befana di oggi è una fata vecchia e saggia che ha rinunciato all’incantesimo che fa apparire sempre belle e giovani tutte le fate. E’ una vecchia con qualche problema di artrite e tante rughe, ma dal cuore generoso.La Befana risale al tempo dei tempi quando gli uomini celebravano i riti del passaggio dal vecchio al nuovo anno per propiziarsi la Natura. Stanca e rinsecchita per il faticoso lavoro compiuto durante l'anno, la Natura si manifestava con le sembianze di una vecchia comare, decisamente brutta, ma tanto buona.