Magazine Cinema
(Seeking a friend for the end of the world)
regia di Lorene Scafaria
con Kiera Knightley, Steve Carell
Usa, 2012
durata, 94
Quando due attori riescono a salvare un film, anzi quando due attori all’interno di una scena possono salvare un film. Anzi per dirla tutta, quando due attori all’interno di una sequenza indimenticabile riescono a dare senso ad un film altrimenti dimenticabile. Gli attori sono Steve Carrell e Keira Knightley, la sequenza è quella che li vede rispettivamente nei ruoli di Dodge e Penny, distesi sul letto a consumare gli ultimi istanti di un mondo che sta per scomparire.
Quel momento è il culmine di una storia d’amore anomala, nata in circostanze altrimenti impossibili, non tanto per la differenza di età tra Dodge, maturo quarantenne, e Rose, ragazza della porta accanto, ma piuttosto per una predisposizione mentale che fino a quel momento aveva impedito ad entrambi di accorgersi dell’altro nonostante la vicinanza quotidiana. Il film sceglie quindi di forzare le cose utilizzando il subbuglio emotivo provocato dall’infausta circostanza per immaginare un incontro nato dalla voglia di esternare le rispettive delusioni sentimentali.
Dodge infatti è stato appena mollato dalla moglie per un uomo di cui ignorava l’esistenza; per Penny invece si è trattato solamente di prendere atto di una storia che non aveva mai funzionato.
Con questa predisposizione la loro intesa assume dapprima i connotati di un patto di mutuo soccorso: in mezzo ad un mondo che cade a pezzi ed in cui tutti perdono la testa, abbandonandosi agli istinti ed alla disperazione, l’esistenza è ancora in grado di fornire un ultimo desiderio: lui intende incontrare la donna che aveva amato prima di sposarsi, lei invece vorrebbe ricongiungersi con il resto della famiglia. Mete diverse che i due decidono di raggiungere insieme per darsi manforte lungo il viaggio, o forse perché l’amicizia si sta trasformando qualcosa di più. In mano a Lorene Scafarla la vicenda si sviluppa come un classico “buddy movies” in cui i due protagonisti scopriranno l’amore nel corso di un viaggio costellato di piccoli imprevisti e grandi emozioni. Nulla di eccezionale, e se vogliamo in linea con le opere che ultimamente sono nate sulla scia delle profezie sulla fine del mondo, incentrate su una sorta di de profundis in cui personaggi liberati, per ovvi motivi, dalle proprie inibizioni. sono liberi di essere se stessi fino in fondo.
A differenza dei suoi predecessori però sotto il velo di mestizia e malinconia “Seeking a Friend for the End of the World” è capace di sviluppare un sentimento d’amore reale e profondo. A renderlo tale soprattutto la bravura dei due attori, e l’alchimia che gli consente di parlare con gli occhi e con il cuore prima ancora che con le parole. E poi quella scena finale, da vietare non solo a chi si commuove facilmente, ma anche a chi ha fondato la propria virilità sul controllo delle emozioni. Difficile farlo mentre lo schermo si riempie delle lacrime di Penny, e della voce rotta dal pianto di chi vorrebbe vivere per sempre quell’amore così bello. Accanto a lei non è meno commovente Dodge, che la affianca con lo sguardo di chi è grato alla vita per aver conosciuto un sentimento così grande. Farell e Knightely sono di un’intensità stupefacente ma la regista ci mette del suo quando lascia che sia l’ anelito di un contatto fisico continuamente sublimato a sancire la perfezione di quell’unione.
(icinemaniaci.blogspot.com)
(recensione del 20-dic-2012)
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