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Cercasi film disperatamente (siamo ciò che vediamo?)

Creato il 12 marzo 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Cercasi film disperatamente (siamo ciò che vediamo?)

È ormai un dato di fatto che nelle ultime stagioni cinematografiche sono sempre più numerosi i film, spesso di grande interesse e spessore, che non arrivano nelle nostre sale. I più fortunati escono direttamente in homevideo, altri dopo qualche anno fanno una breve e fugace apparizione nei nostri cinema, mentre moltissimi rimangono per sempre inediti in Italia.

A questo mesto e desolante dato di fatto si è aggiunta negli ultimi tempi un’altra triste tendenza. Si riscontrano, infatti, sempre più spesso delle vere e proprie uscite fantasma. Molte pellicole escono al cinema ma in realtà sono e restano invisibili, perché distribuite nelle sale in una manciata di copie e in pochissime città. Se, ad esempio, prendiamo in considerazione le ultime uscite possiamo notare che Young Adult è stato distribuito in tutta Italia in appena 13 copie, L’arrivo di Wang in 6, La-bas in 12, A Simple Life in 19. Questi quattro film, insieme, sono presenti quindi in appena 50 copie e in molte città non sono proprio usciti. Invece prodotti come Ti stimo fratello e Posti in piedi in paradiso sono presenti sui nostri schermi rispettivamente con 399 e 552 copie per un totale di 951. Un dato di questo tipo può bastare per comprendere come mai nella maggior parte delle città i quattro film citati sopra non possono essere visti mentre per gli ultimi due c’è l’imbarazzo della scelta. La proliferazione dei multiplex  in questi ultimi anni non ha aumentato la scelta o la varietà dei titoli presentati, ma ha avuto esattamente l’effetto contrario, portando alla chiusura di molti schermi nei centri storici.

Cercasi film disperatamente (siamo ciò che vediamo?)

Le multisala e le grandi catene presenti sul territorio nazionale non vanno demonizzate e non rappresentano certo l’origine di tutti i mali. Purtroppo, la maggior parte degli spettatori italiani sono ormai abituati e assuefatti al modello imposto dalla tv. Quando vanno al cinema sono in un certo modo rassicurati nel ritrovare sul grande schermo la tv di tutti i giorni, con i comici provenienti dai programmi televisivi, gli attori delle varie fiction e altri personaggi venuti alla ribalta grazie a qualche reality. Al cinema non vogliono più stupirsi, emozionarsi, riflettere, commuoversi, turbarsi, ma semplicemente passare in modo leggero e spensierato i canonici 90 minuti, tenendosi lontani da questioni socio-culturali o visioni impegnative, rimanendo invece ancorati e abbarbicati all’intrattenimento senza pretese, da consumare velocemente e da scordare il giorno dopo.

Tutto ciò trova una sua più che evidente conferma nella programmazione delle emittenti tv più seguite a livello nazionale. Nel prime time è raro ormai poter assistere a un buon film perché al suo posto c’è il contenitore comico, il reality, la fiction e il talent show. Un certo pubblico quindi si è ormai abituato a questo modus videndi e lo ricerca anche nel buio di una sala.

Si unisca a ciò il difficile momento di crisi che stiamo attraversando, che porta spesso e volentieri a voler evadere dalla realtà buttandosi su un intrattenimento facile e senza pretese, e il quadro è completo.

Alla luce di tutto ciò, una domanda, strisciante e inquietante, sorge spontanea: siamo ciò che vediamo?

Boris Schumacher


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