East Journal riapre la caccia. E caccia grossa. Le sfide del nostro secondo anno di vita ci impongono di ingrossare le fila dei nostri collaboratori e redattori. Quindi siamo alla ricerca di persone motivate, meglio se giovani, preparati, rilassati. Non siamo né l’Economist né l’Herald Tribune, quindi chi si approccia a noi lo faccia con informale leggerezza. E prima di tutto si legga il nostro “manifesto” nel quale spieghiamo il nostro modo di fare giornalismo. Siccome l’Italia è un paese per vecchi, preferiamo reclutare under 30, che vogliano partecipare a un progetto di giornalismo partecipativo condividendo le nostre idealità. Un buon modo per condividere le nostre idealità è non condividerle. (continua)
In cambio offriamo una vetrina, un gruppo, un sogno. Il sogno è quello di farci avanguardia; partecipare al percorso d’integrazione europea fornendo informazione no copyright e libera conoscenza; essere laboratorio per una nuova idea di giornalismo nel nostro stanco Paese. Se non ci riusciremo, cosa probabile, beh… almeno abbiamo sognato.
Se vi piace, proponetevi. Mandate un breve curriculum (niente di serio, giusto per conoscerci) e dite di cosa vorreste occuparvi: economia, sociologia, storia, cultura, politica, oppure quali aree geografiche prediligete. A seconda della continuità con cui scriverete, vi si apriranno le porte della redazione: una Babilonia di idee, consigli, progetti, ma anche silenzi, scazzi, stanchezze. L’impegno richiesto per entrare in questo Olimpo è di un articolo ogni 8 giorni, altrimenti verrete annoverati tra i nostri collaboratori tra i quali vantiamo giovani sconosciuti di talento, firme del giornalismo internazionale e docenti universitari. Tutto viene svolto nella più totale serenità, senza ansie né pressioni. Unica richiesta, sarebbe bello se conosceste WordPress.
La nostra porta è aperta a tutti, tranne a chi ha la verità in tasca o smanie di comando. A East Journal c’è un Direttore ma non comanda, ogni decisione è presa – a seconda del tipo – dai caporedattori, dalla redazione e dall’assemblea tutta: collaboratori compresi. Ah, sia chiaro, non abbiamo una lira. Nessuno di noi, nessuno, prende un soldo per quello che fa, ma se avete letto il nostro manifesto già lo sapete.