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Cercavo Jodorowsky e ho trovato una borsa gialla

Creato il 05 gennaio 2013 da Naimasco78

“Che Parigi esista e qualcuno scelga di vivere in un altro posto nel mondo sarà sempre un mistero per me!”

Marion Cotillard in “Midnight in Paris”

Parigi, un’omelette e una spremuta d’arancia 15 euro.

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Chi non è mai stato a Parigi non può sapere che si può vivere in 30 metri quadrati ed essere felici come non mai. Non saprà mai che si può comprare una baguette e finirla a forza di piccoli morsi mentre si aspetta il metrò. Non potra mai capire l’emozione di vedere la Tour Eiffel che si illumina a mezzanotte del 31 dicembre sotto una pioggia torrenziale.

A Parigi il tempo scorre più velocemente, forse perchè l’alba arriva alle otto e le giornate iniziano più tardi; la gente si chiede dove siano finiti i parigini ma io li ho visti, abitano lì, appena fuori città, in una casa con una grande giardino e tante librerie, i piatti colorati e un cd di canti popolari degli albanesi della Calabria.

La vita a Parigi non ha senso senza gatti. I gatti vivono ovunque, in campagna e in città, nei monolocali e nei negozi, al pianterreno o al quarto, sbirciando dalla finestra i tetti dei palazzi sontuosi, le piccole mansarde, le luci che si accendono: cosa si mangia stasera? Vellutata di zucca e Camembert, ma solo e rigorosamente con il burro, qui si usa così. Tutti i pasti terminano con i formaggi, una lunga degustazione accompagnata da racconti e aneddoti, discussioni su quale sia la stagione migliore per il Roquefort; la Befana non si festeggia, ma la domenica prima o dopo il 6 gennaio si mangia la Galette e chi trova la Fava è il Re o la Regina della serata, ca c’est la France…

A Parigi c’è una stazione radio che trasmette solo jazz, 24 ore su 24: la televisione non ce l’hanno tutti e va bene così, allora si ascolta jazz e si legge Le Monde gratuitamente il giorno dopo, mentre si va al lavoro. Le scuole sono chiuse anche il mercoledì e i figli si mandano in punizione nei musei: è peggio forse starsene chiusi una settimana nella propria cameretta senza internet e cellulare o nelle sale del Pompidou, cercando l’opera più bella?

A Parigi, un biglietto della metropolitana costa 1 euro e 70 cent, molti cercano di non pagare infilandosi tra le sbarre mentre stai passando tu; ti chiedono scusa, sempre, per qualsiasi cosa, ti sorridono e ti chiamano mademoiselle e tu ti senti così elegante e raffinata, ma è solo un effetto della lingua, almeno credo sia così. Anche i negozi dei fruttivendoli appaiono più eleganti, ce n’è uno in Rue de Rivoli, verso la Bastille, che sembra più una boutique di frutta esotica: ero quasi tentata ad entrare, ma la frutta esotica non mi piace e poi le banane ci sono anche in Italia.

Ci sono tanti italiani che vivono a Parigi e la gente del posto si chiede perchè, ma anche tanti nordafricani, indiani e cinesi; se vai nei palazzi negli orari dei pasti, ad ogni piano sentirai un odore diverso: riso e curry al primo, salsa agrodolce e fritto al secondo, bollito di carne al terzo e così via. Non c’è quasi mai l’ascensore, quindi gli odori sei costretto a sentirli tutti: ma come faranno con i passeggini e le borse della spesa a fare tutti quei piani a piedi?

Parigi è andare al Cafè Le Temeraire il mercoledì pomeriggio, vicino alla Gare de Lyon, sperando di incontrare Alejandro Jodorowsky che legge i tarocchi gratuitamente ai presenti. Lì c’erano tanti studenti spagnoli, alle prime armi divinatorie e una ragazza con una borsa gialla molto bella, chissà dove l’avrà comprata. Quasi quasi glielo chiediamo e lei ci da’ le indicazioni del negozio così ho pensato che tornando a casa ci passo e la compro, tanto a lei non darà fastidio se compro la borsa uguale alla sua, no? Jodorowsky non viene, è impegnato a girare un film, però viene un suo allievo che mi dice che devo partire, cambiare città, non posso più aspettare e io ci penso e dico che ha ragione che sarebbe bello anche vivere a Parigi e andare al Cafè Le Temeraire tutti i mercoledì e vivere in 30 metri quadrati con i miei due gatti , perchè se sono tutti felici vivendo in questo modo allora potrei esserlo anche io…

Ora devo salutarvi però, dovrei fare un salto al Pantheon, non so dov’è guarderò sulla cartina e poi andrò al metrò più vicino. Spero di riuscire a non pagare il biglietto, lo fanno tutti, lo farò anch’io.



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